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Clima, la CO2 cambia il cibo che mangiamo: piante trasformate in "junk food"

La maggiore concentrazione di anidride carbonica favorisce una maggiore produzione di carboidrati allʼinterno dei vegetali, "sottraendo" lo spazio ad altri nutrienti essenziali

Clima, la CO2 cambia il cibo che mangiamo: piante trasformate in "junk food"

L'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera modifica le caratteristiche alimentari delle piante che mangiamo, trasformandole in "junk food" ("cibo spazzatura"). E' quanto emerge da una serie di studi scientifici, tra cui la ricerca del matematico e biologo Irakli Loladze, "riproposti" dopo la diffusione del rapporto Onu sull'incremento di fame e denutrizione nel 2016 a causa dei conflitti e dei cambiamenti climatici.

La CO2 favorisce la fotosintesi clorofilliana, la quale a sua volta rende rigoglioso e abbondante il verde. Ma noi mangiamo altro. E' questo il "paradosso" evidenziato dagli scienziati, secondo i quali l'eccesso di anidride carbonica nell'atmosfera rischia di minacciare la disponibilità di cibo nei prossimi anni. Il pericolo riguarda in particolare cereali e legumi.

Nel corso di esperimenti su alghe e zooplancton, Loladze notò che, nonostante i vegetali acquatici aumentassero con l'aumento della luce, i microrganismi che se ne cibavano lottavano per la sopravvivenza. Le analisi confermavano la tesi dello scienziato: c'erano più alghe, ma erano meno nutrienti. Fuori dall'acqua, il medesimo meccanismo si applicava anche alle piante alimentari, con la CO2 a "innescare" l'impoverimento dei valori nutrizionali.

Valori nutrizionali più bassi - Le analisi effettuate su frutta e verdura hanno dimostrato che il loro contenuto di sali minerali, vitamine e proteine è diminuito sensibilmente negli ultimi 50-70 anni. Secondo i ricercatori, la ragione è semplice: abbiamo coltivato puntando sulla quantità, piuttosto che sulla qualità. In questo modo colture a più alto rendimento - come broccoli, pomodori e grano - tendono ad essere meno nutrienti.

Già nel 2014 i ricercatori dell'Harvard School of Public Health avevano analizzato come e quali prodotti venissero "peggiorati" dai gas serra. I chicchi di grano, ad esempio, coltivati ad alta concentrazione di CO2, hanno una capacità nutritiva minore del 9,3% per quanto riguarda lo zinco e del 5,1% per il ferro rispetto a quelli "normali". A risentirne sono l'alimentazione e la salute dell'uomo: tra le possibili complicazioni figurano diminuzione dei linfociti, lesioni della pelle con infezioni secondarie e anemia.

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