Australia, lʼallarme degli scienziati: "Grande barriera corallina al collasso, sbiancata per il 35%"
Il quadro emerge da un monitoraggio aereo e subacqueo effettuato sui 2.300 chilometri di barriera
La Grande barriera corallina australiana (patrimonio dell'Unesco) rischia di trasformarsi in un "deserto oceanico" a causa del riscaldamento globale: lo sbiancamento ha infatti intaccato il 35% della superficie. A lanciare l'allarme è stato un gruppo di scienziati dell'ARC Centre della James Cook University, guidato dal biologo Terry Hughes. Il quadro emerge da un monitoraggio aereo e subacqueo effettuato sui 2.300 chilometri che formano la barriera. Il fenomeno "è il più grave che abbiamo mai documentato", ha spiegato Hughes.
"Lo spettacolo al quale abbiamo assistito è straziante - ha dichiarato l'esperto -. La metà settentrionale della Grande barriera risulta gravemente danneggiata, dalla Nuova Guinea verso Sud per circa mille chilometri. È come se dieci cicloni l'avessero colpita simultaneamente".
Lo sbiancamento dei coralli - Lo sbiancamento si verifica quando, per effetto delle acque più calde, i coralli espellono un'alga fondamentale che assicura loro il nutrimento e il caratteristico colore. "Stiamo parlando non solo di un danno ambientale, ma anche economico - ha osservato Hughes - poiché le attività turistiche legate alla barriera danno lavoro a 70 mila persone soltanto nel Queensland".
Colpa del global warming - "La causa principale è il riscaldamento globale", ha spiegato ancora il biologo, connesso ai "mutamenti del clima di origine antropica". L'unica vera azione efficace "nel medio e lungo termine" è quella di "ridurre le emissioni di CO2".
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