L'Unione europea vuole bloccare i traffici illegali dietro alla dismissione delle vecchie imbarcazioni e sarà reso obbligatorio l'inventario delle sostanze pericolose a bordo
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Quale sarà il futuro del relitto della Concordia? Finora, nella quasi totalità dei casi, le carcasse della nave seguivano per la loro dismissione un percorso illegale che le portava nelle Coste dell'Africa in veri e propri cimiteri delle navi. Ma ora l'Unione europea dice basta a queste pratiche dannose per l'ambiente. E' in discussione un nuovo regolamento per un eco-riciclo delle imbarcazioni.
Contro la dispersione di sostanze inquinanti - Il provvedimento andrebbe in soccorso dei Paesi poveri troppo spesso usati come discarica e e dell'ecosistema nel complesso. Di frequente le navi contengono materiali pericolosi, come amianto, Pcb (policlorobifenili), mercurio e altre sostanze chimiche nocive.
Pratiche illegali nel 90% dei casi - Il relatore del provvedimento è l'eurodeputato svedese del gruppo dei verdi Carl Schlyter che ha spiegato: "Dobbiamo bloccare la rottamazione illegale, praticata dal 90 per cento delle navi europee".
Sarà lui a trovare le contromisure che impediscano che le navi europee da smantellare cambino bandiera, aggirando così le norme che vietano l'export di rifiuti pericolosi al di fuori dell'Ocse.
Secondo l'eurodeputato svedese "i costi dello smantellamento in Europa sono molto più elevati, ecco perché si ricorre a strutture illegali: in Ue si ricava meno della metà rispetto a Bangladesh, India o Pakistan".
Rendere vantaggioso il riciclo - Come si può evitare questa pratica? Schlyter ha affermato: "La mia sfida è quella di trovare una misura che dia un profitto agli armatori che scelgono una struttura adeguata di recupero e non creare invece un altro incentivo per il cambio di bandiera".
Ecco allora in campo una serie di ipotesi: la prima è quella di creare un fondo per le strutture di riciclo che viene alimentato da una eco-tassa portuale che scatta ogni volta che un'imbarcazione, anche extra Ue, attracca negli scali europei. Quando poi si rottamerà la nave, in una lista di strutture con adeguati standard ovunque nel mondo, allora saranno rimborsati i soldi versati per la eco-tassa.
Schlyter ha aggiunto: "Se le navi europee vengono rimborsate, allora queste non hanno motivo di cambiare bandiera".
Altre ipotesi all'esame degli eurodeputati prevedono una sorta di conto di risparmio legato alla nave oppure un'assicurazione, ma anche una combinazione delle migliori due ipotesi fra quelle possibili, per garantire i fondi necessari a un riciclo verde. Una valutazione d'impatto, attesa per metà febbraio, dovrebbe indirizzare verso la soluzione migliore.
Primo voto a marzo - Altra novità in arrivo è quella sugli inventari: le navi che approdano nei porti Ue dovranno fare la lista dei materiali pericolosi e tossici, come amianto e Pcb, contenuti al loro interno. In questo modo al momento del riciclo della nave si sa dove si trovano ed è possibile proteggere i lavoratori addetti allo smantellamento.
Il voto del nuovo eco-regolamento in commissione ambiente al Parlamento europeo probabilmente arriverà alla fine di marzo, poi si valuterà la possibilità di un negoziato con il Consiglio Ue, prima del voto in plenaria.