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Gheddafi jr, amore senza frontiere

Incontra attrice israeliana allʼestero

La relazione tra Seif al Islam Gheddafi e l'attrice israeliana Orly Weinerman assume un risvolto diplomatico.

Anche se le bocche sono cucite, la notizia della liaison infatti suona sgradita sia a quegli ambienti di Tripoli che non apprezzano l'impegno della famiglia di lui per un riavvicinamento politico con Israele, sia ai compatrioti di lei. Così la coppia da mesi si incontra all'estero, in "Paesi neutrali". Perché l'amore non conosce frontiere...

Nessuna conferma, nessun commento allo scoop del quotidiano israeliano Maariv, che ha diffuso la notizia della relazione citando una fonte anonima e ventilando addirittura l'ipotesi di un matrimonio. A Tripoli nessuno osa esporsi, in un Paese dove la famiglia al potere da oltre 35 anni è un argomento tabù, specie per quanto riguarda la sfera privata. Ma la storia non sarà certamente appoggiata dagli ambienti che non apprezzano il tentativo di Gheddafi senior e junior di un riavvicinamento politico con Israele, che si è concretizzato nei mesi scorsi con la promessa di indennizzare gli ebrei di origine libica in esilio e permettere loro il ritorno in patria. Ma certo potrebbe avere la benedizione del colonnello Muammar Gheddafi, ardente promotore di uno Stato unico israelo-palestinese, che chiama Isratina, per risolvere il conflitto mediorientale.

Seif al Islam Gheddafi, primo figlio nato dalla seconda moglie del colonnello, e Orly Weinerman si frequenterebbero da alcuni mesi e l'attrice si sarebbe recata spesso all'estero, in Paesi neutrali, per incontrare l'innamorato lontana da sguardi indiscreti. Quando è in Israele però, probabilmente per depistare i giornalisti, Orly si fa vedere in compagnia di un giovane giocatore di una squadra locale di pallavolo. Look da playboy, elegante, laureato in ingegneria e appassionato di pittura - ma con scarso avvenire in questo campo secondo i critici che hanno visto le sue numerose esposizioni - Seif al Islam si sta forgiando un'immagine di moderato ed è impegnato nel suo ruolo di "delfino", a dimostrare al mondo che la svolta di Gheddafi padre verso la democrazia, cominciata con il clamoroso annuncio della rinuncia alle armi di distruzione di massa, è reale.

Considerato il "principe ereditario", mostra di avere un debole per le straniere: l'ultima fiamma, stando a indiscrezioni, era austriaca. Ma i libici sono più indulgenti con lui, malgrado gli si rimproveri un tenore di vita troppo fastoso, e molto meno con il fratello Saadi, il calciatore del Perugia. Sotto il fuoco delle critiche anche Motassim Bilal, detto Hannibal, amante delle belle donne e delle auto da corsa, arrestato a 140 all'ora sugli Champs Elysees, e condannato da un tribunale parigino nel maggio 2005 a quattro mesi con la condizionale per percosse alla compagna incinta e porto d'armi abusivo.