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In crescita la spesa per le vacanze estive

Nel 2016, secondo il WTTC, il contributo del settore al Pil italiano aumenterà dell'1,9%

L'estate è ormai partita e, nonostante le incognite dettate dal contesto internazionale (brexit e terrorismo su tutte), dalle incertezze legate ad un'ancor troppo lenta ripresa e alle condizioni meteorologiche, le stime lasciano tutto sommato presagire un'annata positiva per il turismo in Italia.

Stiamo parlando di un settore fondamentale per il Paese, che piano piano, dopo gli anni più duri della crisi economica, sta tentando di risalire la china. Nel 2015, per esempio, il contributo diretto del settore turistico al Pil (ovvero l'impatto dei servizi legati direttamente al turismo, come le strutture ricettive, la ristorazione, i trasporti e le attrazioni) è stato di 68,8 miliardi di euro, ovvero il 4,2% del prodotto interno lordo italiano.

Cifra che sale a 167,5 miliardi di euro, quindi il 10,2% del Pil, calcolando anche l'indotto. Numeri importanti e che il WTTC (World Travel & Tourism Council) prevede in ulteriore crescita nel 2016: +2,1% per l'impatto diretto e +1,9% per quello comprensivo di indotto.

Federalberghi, confrontando le dinamiche del turismo nel periodo estivo (giugno-settembre) del 2015 con lo stesso periodo del 2010, ha rilevato un aumento del 12% per gli arrivi dei turisti negli esercizi ricettivi italiani, passando da 48,7 milioni a 54,8 milioni. In particolare gli arrivi di turisti italiani sono aumentati del 3% (da 26,2 milioni a 26,9 milioni), mentre quelli di turisti stranieri hanno riportato un +24% (da 22,5milioni a 27,9 milioni).

Per la stagione estiva 2016 diversi studi prevedono una nuova crescita. Secondo Coldiretti/Ixè solo a luglio si registreranno 15 milioni di italiani in partenza, quattro milioni in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nonostante il Codacons non stimi un aumento del numero dei turisti rispetto allo scorso anno (32 milioni gli italiani in partenza nel corso dell'intera estate), l'Associazione prevede comunque un aumento della spesa del 2,5%, a 16,4 miliardi di euro.