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La storia di Ferrino, dal 1870 in vetta Tutto iniziò con una formula magica

Cesare Ferrino, titolare di un negozio di vernici, scopre come impermeabilizzare i tessuti. Ed è subito un grande successo

ferrino san mauro torinese torino
ufficio-stampa

E' il 1870.

Torino da cinque anni non è più la Capitale d'Italia. E prova a reinventarsi, a ritagliarsi un posto d'onore in quel Regno di cui, fino a poco tempo prima, era il centro nevralgico. La Fiat è ancora solo un sogno di Giovanni Agnelli quando Cesare Ferrino, titolare di un

negozio di vernici in via Nizza

, scopre un formula per

impermeabilizzare i tessuti

. Dopo

144 anni

l'azienda che porta il suo nome è un piccolo gioiello di cui l'Italia non può che andare fiera.

La storia di Ferrino, dal 1870 in vetta Tutto iniziò con una formula magica

Ferrino è da sempre sinonimo di montagna, di

tende impermeabili e così sofisticate

da aver accompagnato leggende del calibro di padre

Alberto Maria De Agostini

e di

Reinhold Messner

nelle loro avventure. Ma agli inizi, Ferrino è anche coperture di auto e camion. Leggenda vuole che proprio il senatore Agnelli fu visto uscire dal negozio di via Nizza con

una capote sotto braccio

.

Fino alla fine della seconda Guerra mondiale, l'azienda di Torino si occupa anche di mezzi militari tanto da finire nel mirino dei cacciabombardieri. Tornata la pace in Europa e nel mondo, l'impresa si concentra sull'outdoor e, quando gli italiani, forti del

boom economico

e delle prime rivendicazioni sindacali, scoprono il piacere del tempo libero, trovano in Ferrino tutto ciò che cercano, un partner irrinunciabile.

Nel 1984 inizia la lunga e fruttuosa collaborazione con Messner e il marchio Ferrino arriva

in cima al mondo

: prima la scalata del Gasherbrun, poi quella del Lhotse, a più di 8mila metri di altitudine.

Nel 1997 è

Borge Ousland

a scrivere un pezzo di storia insieme a Ferrino attraversando l'Antartide sugli sci.

Nel 2006 un'altra impresa, l'ennesima: Ferrino realizza la tuta Tolomea che consente agli esploratori del

progetto Naica

di lavorare per oltre un'ora all'interno della Grotta dei cristalli, in Messico, dove la temperatura sfiora i 50 gradi e l'umidità percepita è vicina al 100%. Con abiti normali, un uomo potrebbe stare all'interno della grotta non più di un paio di minuti.

Qualità e innovazione sono dunque aggettivi che ben si legano all'azienda che ha sede a

San Mauro Torinese

, alle porte del capoluogo piemontese. Sebbene parte della produzione avvenga all'estero, ancora oggi tutta la parte di design, di prototipia, di sviluppo dei prodotti e di test sul campo avviene

in Italia

.

Punta di diamante dell'azienda è il

laboratorio permanente High-Lab

, attivo dal 1994 sul Monte Rosa, al rifugio Quintina Sella. Si tratta di un centro all'avanguardia utilizzato per le prove in alta quota, di uno strumento straordinario per testare i materiali prima della loro messa in vendita.