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Pil Italia, la crescita rallenta allo 0,2% Ma quella annua è la più alta dal 2011

Luci e ombre dagli ultimi dati Istat, con un aumento dellʼeconomia su base annuale allo 0,9%, numero che non si vedeva da tempo. Standard & Poorʼs conferma il rating BBB-

euro soldi generica
-afp

La crescita congiunturale del Pil italiano rallenta: secondo le stime dell'Istat nel terzo trimestre si ferma al +0,2%, dopo il +0,3% del secondo e il +0,4% del primo. Inoltre il dato risulta sotto le attese degli analisti. Su base annua, però, il Prodotto interno lordo segna un incremento dello 0,9%: è il rialzo maggiore dal secondo trimestre del 2011, cioè da più di quattro anni. L'agenzia Standard & Poor's, intanto, in una nota conferma il rating sull'Italia 'BBB-'. "L'outlook è stabile", si legge.

Bene il mercato interno, crescita acquisita allo 0,6% - Ad aiutare l'economia tra luglio e settembre è stato il mercato interno, mentre a "zavorrare" la crescita è stata l'economia oltre confine. Sul fronte della domanda, dicono infatti all'Istat, "c'è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta".

Con questi ultimi numeri, la crescita acquisita del Pil per il 2015 risulta pari allo 0,6%. E va sottolineato che l'aumento su base annua (+0,9%) risulta in accelerazione anche rispetto alla crescita tendenziale del secondo trimestre, quando si era fermato allo 0,6%.

All'estero, nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, l'aumento è stato del 2% negli Usa e del 2,3% nel Regno Unito.

Standard & Poor's: ripresa modesta in corso in Italia - "Una modesta ripresa dell'economia è in corso" in Italia e la crescita del Pil dovrebbe accelerare all'1,3% l'anno in media nel 2016-2017, con il rafforzamento della domanda interna. Lo afferma Standard & Poor's in una nota in cui si conferma il rating sull'Italia 'BBB-': l'outlook è stabile. Il debito italiano si attesterà al 131,3% del Pil nel 2015, per poi scendere al 130,7% nel 2016, si legge anche nella stessa nota, nella quale si sottolinea anche che il debito continuerà a calare negli anni successivi, al 129,5% nel 2017 e al 128,1% nel 2018. E infine, "L'obiettivo del governo di ridurre il cuneo fiscale potrebbe contribuire a ristabilire la competitività", considerando però che il Pil reale italiano non tornerà ai livelli precrisi fino all'inizio del 2024.