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Per lʼOcse lʼItalia verso la ripresa: "Le riforme stimolano la crescita"

Secondo lʼorganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici, il Pil crescerà dello 0,4% nel 2015 e dellʼ1,3% nel 2016. Ma è necessario ridurre corruzione ed evasione fiscale

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Il Pil dell'Italia nel 2015 dovrebbe crescere dello 0,4%, per accelerare nel 2016 all'1,3%. Lo stima l'Ocse che prevede un tasso di disoccupazione al 12,3% quest'anno e all'11,8% il prossimo. "Dopo un lungo periodo di stagnazione - si legge nel rapporto - l'Italia sta intraprendendo un programma di riforme ambizioso e di ampio respiro per stimolare la crescita".

Dalla fine degli anni Novanta, sottolinea il rapporto, il principale problema dell'Italia è la scarsa crescita economica. "Il ristagno dell'economia ha lasciato l'Italia indietro in molti ambiti del benessere, in particolare l'istruzione e le competenze, l'occupazione, il reddito, e l'abitazione. In nessuna delle dimensioni degli indicatori 'better life' dell'Ocse, l'Italia si classifica tra i primi 7 Paesi".

Per l'Italia, prosegue il rapporto, è "particolarmente importante" aumentare la concorrenza con liberalizzazioni nelle industrie di rete, nei servizi locali, nelle professioni regolamentate e vendita al dettaglio: le liberalizzazioni, nei prossimi 5 anni, farebbero aumentare il Pil del 2,6% contro lo 0,6% del Jobs Act. Dei nuovi contratti di lavoro introdotti con questa riforma, secondo l'Ocse, "beneficeranno sia il datore di lavoro che il dipendente poiché facilitano la creazione di posti di lavoro per i lavoratori con scarsa esperienza lavorativa, spianando allo stesso tempo la strada verso una situazione professionale più stabile". La riforma, inoltre, riduce i costi reali dei licenziamenti, anche quando sono giudicati illegittimi dai tribunali, e incoraggia le imprese a creare più posti di lavoro.

Ciononostante "la priorità assoluta resta la riforma del mercato del lavoro, la cui eccessiva rigidità rappresenta un ostacolo alla creazione di posti di lavoro": se attuata pienamente con le riforme strutturali, una riforma complessiva potrebbe "determinare un incremento del Pil pari al 6% nei prossimi 10 anni".

Secondo l'Ocse, inoltre, un'altra "delle debolezze del sistema fiscale è l'elevato numero di agevolazioni fiscali. Riducendole si amplierebbe la base imponibile", con pari entrate ma aliquote più basse. Si tratta di 720 casi di agevolazioni, e in particolare quelle sull'Iva che ha "urgente bisogno di essere revisionata". Inoltre, rimane una priorità anche "ridurre la corruzione e migliorare la fiducia", ma occorre anche "proseguire gli sforzi per ridurre l'evasione fiscale mediante un'applicazione più efficace della legge e rafforzare il rispetto degli obblighi fiscali" semplificando le procedure di riscossione e ampliando la base imponibile.

L'Italia, in conclusione, deve "attenersi alla strategia fiscale pianificata in modo da riportare il rapporto debito/Pil su un percorso discendente". Poiché Roma ha conseguito il bilancio strutturale nel 2014 e registrerà un avanzo nel 2015-16, in base alla regola Ue del debito dovrebbe consolidare ulteriormente. Ma "considerando la debolezza dell'economia, la politica di bilancio sembra appropriata e l'Italia dovrebbe utilizzare pienamente la flessibilità consentita dalle regole dell'Ue". Perché, sottolinea l'Ocse, le stime potrebbero peggiorare se la ripresa non arrivasse, e "per riuscire a ridurre il debito" sarà essenziale tenere basso lo spread.

Per il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, comunque, "Renzi ha scelto chiaramente un team efficace, e nel 2014 si sono fatti grandi passi avanti sulle riforme. Molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare".