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Un'azienda su cinque a conduzione femminile

Lʼauto-imprenditorialità rappresenta una via da seguire per molte donne in un mercato del lavoro caratterizzato da una scarsa partecipazione della componente femminile

Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da una platea degli occupati – nel suo ultimo report diffuso a settembre, l'ISTAT ne ha contati 22,8 milioni (dati provvisori) – ancora numericamente esigua.

La crisi economica ha inciso parecchio: pur avendo raggiunto a settembre il 57,5% (il livello più alto dal giugno del 2009), il tasso di occupazione – ovvero il rapporto tra chi ha un impiego e la popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni – rimane ancora lontano dai livelli precedenti alla crisi, quando raggiungeva il 58,8%.

Tuttavia alcuni analisti osservano che una delle principali debolezze del mercato del lavoro italiano è rappresentata dalla scarsa partecipazione della componente femminile: a settembre il tasso di occupazione tra le donne ha toccato il 48,2% – il livello più elevato dal 2004 –, ma resta ancora al di sotto del 66,9% registrato tra i maschi.

Tante donne hanno tentato così la via dell'auto-imprenditorialità. Un percorso seguito da un numero crescente di lavoratrici: l'ultimo Osservatorio dell'Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere – i dati sono aggiornati al 30 settembre 2016 – certifica che il numero delle attività guidate da una donna è in continua crescita.

Ad oggi le imprese femminili sono oltre 1,3 milioni, pari al 21,74% delle aziende registrate in Italia. La maggior parte delle imprenditrici decide di aprire un attività nel settore terziario, dove opera il 65,7% (870mila unità circa) del totale delle imprese femminili e nel settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca), in cui si concentra quasi il 16,5% delle imprese femminili (circa 218 mila).

Il Rapporto ImpresaInGenere, realizzato da Unioncamere con la collaborazione del ministero dello Sviluppo economico e della presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento Pari Opportunità, sottolinea che nel 2015 le imprese femminili erano 35mila in più rispetto al 2010 e che il loro aumento rappresenta il 65% dell'incremento complessivo dell'intero tessuto imprenditoriale italiano (+53mila imprese) nello stesso periodo.

Dunque le imprenditrici italiane sono state più dinamiche rispetto ai loro colleghi maschi: tra le prime, il tasso di crescita tra il 2010 e il 2015 è stato del 3,1% in più contro lo 0,5% registrato tra le imprese maschili.