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Istat: i ragazzi italiani non lasciano la casa dei genitori

Nel 2015 è ancora in famiglia il 70,1% dei ragazzi di 25-29 anni e il 54,7% delle ragazze. Aumentano i giovani a rischio obesità e alcol

I ragazzi italiani restano più a lungo a casa con i genitori e posticipano le classiche tappe per diventare adulti.

Lo rivela l'Istat, sottolineando che le femmine si emancipano prima: nel 2015 è ancora in famiglia il 70,1% dei ragazzi di 25-29 anni e il 54,7% delle ragazze. Molti, però, guardano all'estero: cresce la disponibilità a emigrare e vivere fuori dall'Italia. Chi resta, invece, è sempre più a rischio di obesità: aumentano infatti i bambini e adolescenti in sovrappeso.

Secondo l'Istat, in Europa l'obesità - che dipende molto dalle abitudini familiari - si sta diffondendo sempre più rapidamente: in Italia, dove l'eccesso di peso è meno diffuso rispetto agli altri Paesi, l'andamento è comunque crescente, soprattutto tra i maschi (da 51,2% nel 2001 a 54,8% nel 2015). La diffusione del sovrappeso tra bambini e adolescenti è al contrario tra i più alti in Europa e ciò potrebbe avere una considerevole ricaduta sulla salute pubblica nei prossimi decenni.

Quadruplicano i giovani stranieri che diventano italiani - Il Rapporto dell'Istat rileva come sempre più giovani stranieri vogliono diventare cittadini italiani. Il numero dei minori che acquisiscono la cittadinanza italiana per trasmissione dai genitori, insieme al totale dei nati nel nostro Paese diventati italiani al compimento del diciottesimo anno, è salito da 11mila (2011) a 50mila (2014). Nonostante la cittadinanza formale, si sente italiano solo il 38% degli stranieri under18, mentre il 33% si sente ancora di un'altra nazionalità. Il 29%, invece, è tuttora indeciso.

A forte rischio alcol i giovanissimi - Sono 8,4 milioni le persone di 15 anni e più (corrispondenti al 16,2% della popolazione) che nel 2015 hanno assunto un comportamento rischioso nel bere alcolici. Il consumo abituale che eccede la quantità di assunzione raccomandata riguarda il 15,4% degli uomini e il 6,6% delle donne ed è più diffuso tra adulti e anziani. Al contrario, il binge-drinking (il rapido consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione) coinvolge soprattutto i giovanissimi (l'11,3% dei maschi e il 3,3% delle femmine).

Famiglia tradizionale in crisi - Aumenta l'età di chi decide per la prima volta di convolare a nozze: nel 2014, la media del primo matrimonio delle donne è stata di 30 anni e 7 mesi. Inoltre, la famiglia tradizionale - ossia coppia coniugata con due figli - non è più il modello dominante, visto che rappresenta meno di un terzo dei nuclei familiari (33%). Le nuove forme di famiglie sono invece raddoppiate: quelle unipersonali di giovani e adulti non vedovi rappresentano l'8% della popolazione, mentre le libere unioni sono più di 1 milione. Tra quest'ultime, in più della metà dei casi si tratta di convivenze tra partner celibi e nubili. Una novità è invece quella delle famiglie ricostituite, che sarebbero più di 1 milione.

Più attivi politicamente gli anziani - La partecipazione politica, in particolare quella "visibile" (partecipazione a comizi, cortei, sostegno finanziario o attivo a un partito), registra un calo generale negli anni. Confrontando le generazioni, quelle più mature hanno livelli partecipativi sempre più elevati rispetto alle generazioni più giovani. Se invece con l'espressione "partecipare alla vita politica" si intende anche solo informarsi e parlare di temi politici, allora si può parlare di partecipazione "invisibile", che cresce nel tempo in tutte le generazioni osservate e raggiunge i livelli più alti nelle età adulte e avanzate.

Stili alimentari, attività fisica e fumo: i dati sono positivi - L'analisi sugli stili alimentari per generazioni mette in luce un aumento consistente del consumo giornaliero di verdure e ortaggi tra il 1995 e il 2015, in particolar modo tra i nati dopo il 1965. Per quanto riguarda l'attività fisica e la sedentarietà, nel 2015 il 33,5% delle persone di 5 anni e più dichiara di praticare uno o più sport nel tempo libero; il 23,9% si dedica all'esercizio fisico con regolarità, il 9,6% saltuariamente.
Ulteriore segnale positivo è la progressiva riduzione del consumo di tabacco a partire dagli anni Ottanta. Tra gli uomini, le percentuali più basse di fumatori si osservano per i nati nel decennio 1956-1965. All'età in cui si registra il picco di fumatori, tra i 25 e i 29 anni, ha fumato il 63,9% delle persone nate tra il 1946 e il 1955, mentre il 35,8% dei nati tra il 1981 ed il 1995 consuma abitualmente sigarette in tale fascia d'età. Tra le donne i livelli più bassi si registrano solo a partire dalle generazioni più recenti.
Quando entrambi i genitori seguono stili di vita scorretti, il rischio di assumere lo stesso comportamento da parte dei figli raddoppia per l'eccesso di peso, cresce di tre volte e mezzo per il fumo, quadruplica per l'alcol e aumenta di nove volte e mezzo per la sedentarietà.