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Ogni famiglia spende 2485 euro mese

Istat:"475 euro finiscono nel carrello"

In Italia la famiglia tipo spende in media 2.485 euro al mese per consumi e circa 475 euro li destina ai prodotti alimentari.

Ma un italiano sue due è insoddisfatto della propria situazione economica, per i viaggi predilige il Belpaese, ama muoversi soprattutto in auto, utilizza sempre di più il pc e quasi la metà naviga in Internet. E' la fotografia scattata dall'Istat nell'Annuario 2009.

Dal testo emerge anche che sale il numero degli occupati, grazie agli stranieri, ma aumentano pure coloro che cercano un lavoro e tre famiglie su quattro sono proprietarie di casa.

Ma vediamo nel dettaglio il quadro che emerge dall'Annuario Statistico:

Insoddisfatto della condizione economia un italiano su due
Il 50% degli italiani è insoddisfatto della propria situazione economica. Ma sebbene la quota di famiglie che giudicano negativamente la propria situazione economica sia "ancora molto rilevante", tra il 2008 e il 2009 si ci sono stati "segnali di miglioramento degli indicatori di percezione".

Chi soffre di più sono i lavoratori autonomi e i piccoli imprenditori, ma soprattutto i giovani con contratti di collaborazione a tempo determinato.

Ogni famiglia spende in media 2.485 euro al mese
In Italia la famiglia tipo l'anno scorso ha sborsato per consumi in media 2.485 euro al mese, e il 19% della somma (475 euro) è andato a finire nel carrello, per l'acquisto di prodotti alimentari. Rispetto al 2007 è cambiato poco: sul totale della spesa l'aumento è stato di soli 5 euro (+0,2%), mentre per la tavola gli italiani hanno pagato 9 euro in più (+1,9%).

Secondo l'Istituto a pesare di più sugli esborsi complessivi sono i costi per l'abitazione, soprattutto nei casi in cui la figura di riferimento si è ritirata dal lavoro (31,4%). Subito dopo arriva la spesa al supermercato. In generale è stato l'acquisto di carne, rimasto stabile rispetto al 2007, a rappresentare la voce più rilevante (22,6%). Per quanto riguarda le variazioni nel 2008 rispetto all'anno precedente, è aumentata la spesa per pane e cereali(+3,6%), per verdure (+3,1%) ed è, invece, diminuita quella per il pesce del (-2,8%).

Tranne i capitoli della spesa alimentare e combustibili-energia, che ha fatto segnare una forte crescita (+12,7%), nel 2008 tutti gli altri settori hanno registrato flessioni: trasporti (-2,8% a 355,31 euro), abbigliamento e calzature (-4,2% a 149,57 euro), servizi per la casa, mobili ed elettrodomestici (-4,0% a 136 euro).

A livello territoriale si notano delle differenze che riflettono le economie delle differenti aree del Paese: la spesa è salita al Nord (+0,5%) e al Centro (+0,7%) mentre è calata al Sud (-0,1). Chi si è trattato meglio nel corso del 2008 sono state le famiglie della provincia Bolzano (2.984 euro al mese), Lombardia (2.930) e Veneto (2.975). Qui la spesa ha superato di mille euro quella della Sicilia (1.741).

Case, tre famiglie su quattro sono proprietarie
Nel 2008, tre famiglie su quattro sono proprietarie dell'abitazione in cui vivono, mentre quelle che pagano un canone d'affitto rappresentano il 17,1% del totale. Tra le famiglie in affitto, la maggior parte vive in abitazioni di proprietà di un privato (74,1%, nel 2007 erano il 70,8%), il 20,1% in case di proprietà di enti pubblici (erano il 22,3% nel 2007).

In Italia oltre 23 milioni di occupati: +0,8%
Nel 2008 sono 23.405.000 gli occupati, in aumento su base annua di 183mila unità (+0,8%). Ma ad incidere è stato il contributo offerto dagli stranieri (+249mila unità): la quota di lavoratori immigrati sugli occupati sale dal 6,5% del 2007 al 7,5%.
E' allarme, invece, per il Mezzogiorno dove l'occupazione cala dello 0,5% a fronte di una crescita dell'1,2% di quella delle regioni del Nord e dell'1,5% di quelle del Centro.

L'occupazione femminile continua ad aumentare (+1,9%), mentre quella maschile rimane invariata dopo 10 anni di ininterrotto trend positivo. Il tasso di occupazione, dopo la crescita registrata nel 2006 e nel 2007, rimane stabile al 58,7% ben al di sotto del dato medio dell'Ue (65,9%). Il tasso di occupazione maschile scende dal 70,7% al 70,3%; quello femminile aumenta dal 46,6% al 47,2%.

Sul piano settoriale, il numero degli occupati scende nel settore agricolo (-3,1% pari a -28mila unità) e nell'industria in senso stretto (-1,2% pari a -63mila unità, aumenta invece nel terziario (+1,7% e 260mila unità).

Quanto alla posizione professionale, l'incremento professionale è dovuto esclusivamente ai lavoratori dipendenti (+1,6% pari a 279mila unità) mentre per gli indipendenti si accentua il calo iniziato nel 2007 (-96mila unità, ossia -1,6%).

La crescita dell'occupazione alle dipendenze riguarda sia gli assunti con contratto a tempo indeterminato (+1,5% pari a 224mila persone) sia quelli a termine (+2,4% pari a 55mila persone). Il lavoro a termine continua ad essere più diffuso tra le donne e i giovani fino a 34 anni.

Aumentano le persone in cerca lavoro: +12,3%.
Nel 2008 torna ad aumentare, dopo nove anni, il numero delle persone in cerca di occupazione, attestandosi a quota 1.692.000, 186mila in più rispetto al 2007 (+12,3%). La crescita interessa sia gli uomini che le donne e riguarda in modo più consistente il Sud (+9,8%, pari a 79mila unità) e il Centro (+18,9%, pari a 50mila unità).

L'84% sceglie l'Italia come meta di viaggi
Nel 2008 sono state le mete del Belpaese le più scelte dagli italiani per viaggiare: ha trascorso un periodo di soggiorno all'interno dei confini nazionali ammonta all'83,9%.

A livello territoriale, l'area con il maggior flusso di viaggi è stato il Nord, con il 36,9%, seguito dal Mezzogiorno, con il 27,1%, e dal Centro (19,9%). In ogni caso, rileva l'istituto di statistica, nonostante le localita' del Nord abbiano accolto la quota maggiore di soggiorni, le Regioni del Mezzogiorno sono state la meta preferita dagli italiani per una quota considerevole di vacanze lunghe (33,1%), mentre quelle del Centro sono state scelte soprattutto per viaggi di lavoro (21,2% del totale).

Le località estere, che l'anno scorso hanno riguardato il 16,1% dei viaggi, sono state preferite per lo più per vacanze di lungo periodo (25%, superiore a 4 notti). I Paesi più visitati sono stati quelli dell'Unione europea, scelti dal 15,1% per vacanze lunghe, da un 14,3% per viaggi di lavoro e dal 5,2 per soggiorni brevi.

Sul fronte ricettivo, un'alta percentuale di nostri connazionali (40,6%) ha scelto per le proprie vacanze l'albergo. Per i soggiorni brevi il ricorso all'ospitalità di parenti e amici e' stato invece più frequente (41,3%) di quanto non sia avvenuto per le vacanze lunghe (29,7%). Un ultimo dato segnalato dall'Istat riguarda la bilancia turistica: nel 2008 il saldo attivo e' risultato pari a 10,2 miliardi di euro, con una diminuzione di 1 miliardo rispetto al 2007.

Cresce l'uso del Pc e di Internet
Continua a salire la percentuale di popolazione che utilizza il personal computer e Internet, con percentuali altissime tra i ragazzi dai 15 ai 19 anni. Secondo i dati Istat, nel 2009 usa il pc il 47,5% della popolazione contro il 44,9% del 2008; e usa Internet il 44,4% contro il 40,2% dell'anno precedente. La percentuale tra i ragazzi è dell'86%, rispetto all'80% del 2008.

L'uso di pc e internet diminuisce con il crescere dell'età: fra i 65enni la percentuale scende al 9,9% per raggiungere il 2,4% fra gli ultra 75enni.

A livello territoriale permane uno squilibrio nell'uso del pc tra nord (51,5%), centro (48,8%) e Mezzogiorno (41,5%), sia in quello di internet: il nord è al 48,3%, il centro al 46,8% e il Mezzogiorno solo al 38%.

Il 56% legge almeno un quotidiano a settimana
Il 56,2% della popolazione di 6 anni e più legge quotidiani almeno una volta alla settimana. Un'abitudine più diffusa tra gli uomini (62,1%) che tra le donne (50,6%). L'interesse per la lettura di quotidiani è maggiore nel Nord, dove il 62,6% della popolazione li legge almeno una volta a settimana e nel Centro (58%), mentre minore risulta nel Mezzogiorno (46,7%), ad eccezione della Sardegna dove la quota di lettori di quotidiani raggiunge il 66,1%.

Il 45,1% dedica il proprio tempo alla lettura di un libro nel tempo libero. Crescono i lettori forti rispetto all'anno 2008, spiega l'Istat, sottolineando che la percentuale passa dal 44 al 45,1%. I giovani tra gli 11 e i 14 anni rappresentano la quota più alta di lettori: sono infatti il 64,7% quelli che dichiarano di leggere libri nel tempo libero.

In lieve flessione nelle immatricolazioni all'università
Leggera flessione dei giovani che si iscrivono per la prima volta all'università: nell'anno accademico 2007/2008 sono stati poco più di 307mila, circa mille in meno dell'anno precedente, confermando la fase di flessione delle immatricolazioni iniziato nel 2004/2005. In controtendenza, si registra un lieve aumento per i corsi di laurea specialistica/magistrale a ciclo unico (+2,7%), mentre consistente appare l'aumento per le immatricolazioni ai corsi triennali del gruppo chimico-farmaceutico a +16,6%.

La popolazione universitaria, che ammonta a 1.808.665 studenti, si conferma molto mobile: uno studente su 5 studia in una regione diversa da quella di residenza. Il maggior numero di iscritti è in Molise, Abruzzo, Basilicata, Lazio, Calabria dove oltre uno studente su due è iscritto a un corso accademico, spesso fuori sede.

In frenata i matrimoni
Piccola battuta d'arresto per i matrimoni in Italia: nel 2008 sono state celebrate 249.242 nozze contro le 250.360 del 2007. Il tasso di nuzialità, sottolinea l'Istat nel suo annuario statistico 2009, è stabile al 4,2 per mille.

Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa per chi decide di fare il grande passo, anche se continua il calo del tasso di nuzialità che dal 75,3% del 2000 è passato al 62,8% del 2008.

Il Sud resta la roccaforte del matrimonio in chiesa, celebrato dal 77,3% rispetto ad un 56,2% del Centro Italia e a un 51,1% del Nord.

Italia sempre più vecchia
Non si arresta il processo di invecchiamento della popolazione del Bel Paese e ormai è over 65 un italiano su 5. I 'grandi vecchi', gli ultraottantenni, sono il 5,6% della popolazione.

A fine 2008 l'indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra over 65 e under 15, registra un ulteriore incremento, raggiungendo il 143,1%.

Nella graduatoria internazionale (dati 2007), la Germania con un indice di 146,4 è il paese più vecchio d'Europa, seguita da Italia, Bulgaria e Grecia.