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Crisi, Draghi:peggio sembra passato

"Ma lascerà debito pubblico alto"

La fase di "progressivo peggioramento della congiuntura sembra essersi arrestato: vi sono alcuni segnali positivi e l'attività produttiva potrebbe tornare a crescere nel corso del 2010".

Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi nel corso di una audizione a Palazzo Madama sul Dpef. Draghi ha però aggiunto che "l'eredità della crisi sulle finanze pubbliche sarà un debito molto più elevato".

"L'incidenza del debito pubblico sul Pil, ricorda Draghi, "è attesa scendere a partire dal 2011, ma alla fine dell'orizzonte previsivo solo meno di un terzo del maggior debito connesso con la crisi sarebbe riassorbito". Nelle previsioni del Dpef il debito "resterà al di sotto del picco registrato a metà degli Anni Novanta", ricorda il governatore.

Alzare l'eta media pensionabile
Il numero uno di Bankitalia affronta anche il tasto della previdenza sociale. "E' opportuno un aumento significativo dell'età media effettiva di pensionamento" dice, spiegando che "in presenza di un forte incremento della speranza di vita, l'allungamento della vita lavorativa è importante per rendere compatibili l'esigenza di contenimento della spesa pubblica con quella di garantire un reddito adeguato durante la vecchiaia". Tale intervento, secondo il governatore, potra' inoltre contribuire, "se accompagnato da azioni che consentano di rendere piu' flessibili orari e salari dei lavoratori piu' anziani, ad aumentare il tasso di attivita' e a sostenere il tasso di crescita potenziale dell'economia. Potra' consentire di destinare maggiori risorse ad altri comparti della spesa sociale". La parificazione dell'età di pensionamento tra lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego, sottolinea Draghi, "necessaria per ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia europea, muove in questa direzione"  

Meno entrate, più pressione
Chiaro il monito di Draghi in materia fiscale: "La congiuntura sfavorevole dovrebbe indurre una contrazione delle entrate (1,2 %), particolarmente marcata nel caso di quelle tributarie. Le imposte indirette scenderebbero del 3,8%, le dirette dell'1,5%. La pressione fiscale aumenterebbe di 0,6%, al 43,4% del Pil".