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Pomigliano,Fiat: sono tanti i no

Fiat non si aspettava tanti no dai lavoratori di Pomigliano al referendum sull'accordo separato.

Ma annuncia che lavorerà con le parti sindacali che si sono assunte la responsabilità dell'accordo. La percentuale di voti contrari non sembra raggiungere la "soglia minima" auspicata per gestire l'intesa. Resta comunque in bilico l'accordo da 700 milioni di euro che avrebbe dovuto spostare la produzione della Panda dallo stabilimento in Polonia alla Campania.

Dal referendum emerge comunque un atteggiamento di ostilità
In ogni caso il referendum non è mai stato considerato dalla Fiat il momento conclusivo della partita Pomigliano visto che neanche la valanga di sì, auspicata nel giorni scorsi dall'azienda, sarebbe stata di per sè una certezza. La Fiom ha sempre considerato illegittimo il voto e ha detto che in tutti i casi non avrebbe firmato l'accordo, contro il quale ha continuato a minacciare azioni legali.

Un atteggiamento ancora più ostile di quanto Marchionne avesse previsto e, per questo, la Fiat ha anche valutato la possibilità di blindare l'intesa qualora il consenso fosse stato molto alto. Il numero di no così elevato potrebbe tuttavia, a questo punto, spingere il Lingotto anche a considerare altre ipotesi

Bonanni (Cisl): "La Fiat non faccia scherzi"

"La Fiat ora non scherzi e proceda con gli investimenti su Pomigliano". A dirlo è il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che proprio a Pomigliano aggiunge: "Il sì ha vinto e quindi ora non ci sono scuse". Bonanni parla poi della vertenza Pomigliano e sottolinea che c'è stata "una campagna che hanno voluto politicizzare in tutti i modi sia a destra che a sinistra. Tutto sommato i lavoratori hanno preso la posizione giusta". "Nonostante questo", aggiunge il segretario della Cisl, i due terzi dei lavoratori hanno votato sì ponendo le condizioni per andare avanti. Il segretario chiama in causa anche "la disinformazione" e ribadisce: "ci sono le condizioni per fare gli investimenti e garantire Pomigliano, anzi per garantire lo stabilimento e anche altri posti di lavoro".

Angeletti (Uil): "Lavoratori condividono l'accordo"
I lavoratori della Fiat di Pomigliano "hanno compreso e condiviso le ragioni del nostro accordo". Lo sottolinea il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, dopo la vittoria del sì.

Sacconi: "Marchionne rispetterà i patti"
"Non voglio nemmeno ipotizzare che Fiat cambi idea, ho fiducia nella nota determinazione di un manager come Marchionne che saprà certamente rispettare il patto siglato con le organizzazioni che hanno avuto il coraggio di decidere". Lo afferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a proposito del risultato del referendum allo stabilimento di Pomigliano. "A Termini Imerese e a Mirafiori - sottolinea Sacconi - negli anni passati analoghi referendum relativi all'aggiunta di un turno, nonostante gli accordi fossero stati firmati anche dalla Fiom, furono bocciati dai lavoratori". Per questo, evidenzia Sacconi, "è straordinario che il 62% si sia espresso a favore" dell'accordo separato su Pomigliano. E comunque, Sacconi precisa che "le mie informazioni sono che il risultato del referendum è stato apprezzato dal Lingotto" e "non ci sono gli elementi per dire che l'azienda cambierà idea". In ogni modo, "un'ipotesi diversa dal rispetto dell'accordo sarebbe assurda. Fiat deve rispettare l'accordo. Credo che debba farlo, non solo dopo questo travagliato percorso, ma credo che lo voglia anche fare".