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3 Italia, sul mercato il 32%

Scatta lunedì offerta pubblica vendita

10 Feb 2006 - 11:39

Scatta lunedì 13 febbraio l'Offerta pubblica di vendita per 3 Italia, che metterà sul mercato il 32% del capitale per preparare lo sbarco a Piazza Affari, fissato al 3 marzo. Il prospetto informativo, dopo aver ricevuto il via libera dalla Consob e da Borsa Italiana, specifica alcuni fattori di rischio legati alla solidità della società.

Il documento informativo, 364 pagine in tutto, riepiloga nella prima parte quei fattori su esplicita richiesta della Consob. La possibilità di aumenti di capitale, il raggiungimento di un livello di indebitamento insostenibile, la richiesta di rientro immediato dai debiti da parte delle banche, l'ipotesi che le azioni in pegno alle banche possano essere escusse sono le voci principali di questa sezione dedicata ai "pericoli".

Nel prospetto di cui l'agenzia di stampa Radiocor è entrata in possesso, nella parte relativa al reperimento dei capitali per lo svolgimento dell'attività del gruppo, si legge che "il gruppo Hwl (Hutchison Whampoa Limited) non ha assunto alcuna obbligazione di continuare a erogare finanziamenti a favore del gruppo. In futuro il gruppo potrebbe dover ricorrere a ulteriori forme di finanziamento (ivi inclusi possibili aumenti di capitale). Sul fronte dell'indebitamento, il suo significativo liveelo (al 30 settembre era pari a 5,5 miliardi di cui 3,8 a lungo termine con obbligo di rimborso a partire dal 31 marzo 2008) e l'entità delle azioni date in pegno alle banche potrebbero aumentare la vulnerabilità del gruppo. In particolare, nel caso in cui il gruppo non riuscisse ad adempiere alle obbligazioni di pagamento o non riuscisse ad accedere al mercato del credito o dei capitali per soddisfare le proprie obbligazioni di pagamento una volta che venissero a scadenza, l'eventuale escussione del pegno sulle azioni potrebbe comportare conseguenze negative per la società, tra cui la perdita della principale società operativa del gruppo".

Quanto ai rischi connessi ai contratti di finanziamento, si legge che "sia il finanziamento esistente che il nuovo contengono determinate restrizioni che tra l'altro potrebbero limitare la capacità del gruppo di ottenere altri finanziamenti, distribuire e pagare dividendi, riacquistare azioni proprie, fondersi con altre società o vendere beni. La violazione di alcune delle restrizioni previste nei contratti di finanziamento attribuisce alle banche finanziatrici il diritto di richiedere il rimborso immediato delle somme finanziate e ancora dovute".

Il prospetto parla poi dei rischi di carattere finanziario e a questo riguardo il documento sottolinea che "il gruppo ha registrato flussi di cassa negativi sin dalla sua costituzione" e che per il semestre chiuso al 30 giugno 2005 e il trimestre chiuso al 30 settembre 2005, il fabbisogno di cassa per il finanziamento delle proprie attività a investimenti è stato rispettivamente pari a 990,1 milioni e 393,7 milioni.

"In futuro" dice ancora il prospetto "il gruppo potrebbe dover ricorrere a ulteriori forme di finanziamento, non essere in grado di rinnovare i finanziamenti esistenti, di reperire ulteriori finanziamenti a condizioni equivalenti a quelle attuali, o di reperirne del tutto". Il patrimonio netto consolidato era pari a un valore negativo di 688 milioni il 30 giugno 2005 e un valore negativo per 322 milioni a fine settembre. Tuttavia, nel corso del 2005 ci sono stati aumenti di capitale per circa 3,2 miliardi quasi interamente sottoscritti dal socio di maggioranza per cui il patrimonio netto è passato a un valore positivo pro-forma di 1,8 miliardi.

Passando ai contenziosi giudiziari e arbitrali in cui è coinvolta 3 Italia, questi sono oggetto di due pagine del prospetto informativo. Si tratta di procedimenti civili, amministrativi e penali collegati principalmente allo svolgimento ordinario della propria attività. Complessivamente 867 procedimenti in larga parte avviati dalla stessa società contro provvedimenti e/o atti delle pubbliche amministrazioni o enti che impediscono o che risultano particolarmente ostativi all'installazione degli impianti.

"La maggior parte dei procedimenti" dice il prospetto "è avviata da H3g e si risvole con successo già in fase cautelare". Invece, in riferimento al contenzioso civile passivo ancora pendente, H3g è coinvolta in 107 procedimenti. Nel 2005, secondo quanto dice il prospetto, "sono stati definiti 118 procedimenti civili passivi". Per le eventuali passività derivanti da tutti questi procedimenti il gruppo ha accantonato un apposito fondo rischi che al 30 settembre 2005 era di 3,2 milioni di euro.

Il pareggio a livello di Ebitda è previsto nel 2006 e il numero di clienti raggiunto a fine 2005 è di 5,568 milioni, di cui l'81,4% prepagati. Considerato questo aspetto, "il gruppo ritiene che i ricavi nei dodici mesi al 31 dicembre 2005 saranno superiori per una percentuale non inferiore al 40% rispetto ai ricavi raggiunti dal gruppo rispetto ai nove mesi chiusi al 30 settembre. 2005, che ammontavano a 1,2 miliardi di euro. I ricavi complessivi del 2005 comunque si aggirano intorno al miliardo e mezzo di euro contro gli 815 milioni del 2004. Nei primi nove mesi dell'anno scorso le perdite nette hanno raggiunto 1,38 miliardi di euro. L'indebitamento finanziario netto consolidato a fine anno arrivava a 3,752 miliardi di euro. E a fine settembre i ricavi medi per clietne erano pari a 30,7 euro, in risalita rispetto ai 29,7 di fine giugno. Il 30% di questa sezione deriva da traffico non voce. Quanto alle prospettive future, "un'analisi di sensibilità effettuta dalla società mostra che il pareggio per l'Ebitda consolidato potrebbe essere in ogni caso raggiunto nel 2006, anche ipotizzando nessuna acquisizione di nuovi clienti e mantenendo invariati gli altri parametri", cioè tasso di abbandono e ricavo medio mensile. Il documento non dà alcuna indicazione sul range di prezzo dell'fferta che parte lunedì. Entro domenica dovranno comunque essere comunicati al mercato, oltre all'ammontare dell'offerta globale, che è di circa il 32% del capitale della società, l'ammontare minimo dell'offerta pubblica e il range di prezzo con il prezzo massimo. Il prezzo finale sarà reso noto il 28 febbraio dopo l'assemblea della controllante Hutchison Wampoa, che dovrà approvare la quotazione di 3 Italia.

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