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"Fiat riuscirà a tornare grande"

Il nuovo management pronto al rilancio

02 Giu 2004 - 09:31

Per la Fiat il risanamento continua. E l'azienda tornerà grande. Ha tutte le carte in regola per farlo. Lo assicurano i tre nuovi re del colosso di Torino, Montezemolo in testa, che confermano il piano di risanamento avviato per la società automobilistica, con il management reso operativo al cento per cento dopo la nomina del nuovo a.d. Questi gli intenti manifestati da Montezemolo, dal vicepresidente John Elkann e dalll'a.d. Sergio Marchionne.

Gli uomini del trio che presiede ora le sorti di Fiat hanno insistito sul concetto di continuità nei piani e nei programmi, nel rispetto degli impegni presi per portare il gruppo fuori dalla crisi. Non sono state giornate facili per il Lingotto: venerdì notte la morte del presidente e ultimo patriarca della famiglia, Umberto Agnelli, domenica le dimissioni improvvise di Giuseppe Morchio da amministratore delegato.

Ci volevano decisioni rapide e chiare. Che ci sono state. "Sarò un presidente di supporto, il mio mestiere sarà quello di rappresentare la proprietà" ha voluto chiarire subito Montezemolo. "La gestione operativa sarà di Marchionne". Montezemolo comunque non ha nascosto i problemi che si troverà ad affrontare: "Quando domemica mattina mi è stato chiesto di accettare l'incarico di fare il presidente della Fiat non ho potuto dire di no, malgrado questo avvenga in un momento complicato seppure interessante della mia vita professionale. Ma anche in un momento particolare della mia vita familiare dal momento che già con Confindustria temevo di non potermi godere sufficientemente due bambine meravigliose. Ma la mia vita è stata intrecciata con gli Agnelli e con la Fiat". Una famiglia che "nel giro di un anno ha perso i due leader: questo poteva essere devastante, il fatto che abbia voluto dare immediatamente segnale di presenza compattezza di fiducia nel futuro della Fiat è importante".

Montezemolo ha fatto due precisazioni attese: "Cercherò di dare il massimo e di non trascurare gli impegni che ho preso col 98% degli industriali italiani che mi hanno eletto alla presidenza di Confindustria, sono sicuro capiranno l'eccezionalità della situazione"; "sono e rimarrò presidente della Ferrari, è la mia vita e l'azienda a cui sono più legato". Il neopresidente ha voluto sottolineare il nuovo ruolo di John Elkann, cui ha assicurato il suo impegno per "farlo rapidamente crescere ancora di più professionalmente con un'esperienza il più possibile operativa e sul terreno di gioco, non solo nelle stanze dei Consigli di amministrazione o nei comitati strategici".

Montezemolo ha avuto parole di apprezzamento per Morchio, "manager capace scelto da Umberto Agnelli", ma ha detto di non avere capito perchè se ne sia andato sbattendo la porta. Un argomento affrontato poco dopo anche da John Elkann, che ha parlato di un divorzio causato da "una diversa visione di governance", sottolineandone però il lavoro fatto "con correttezza, energia e dedizione al piano di rilancio del gruppo". Insomma si è cercato di mettere una pietra sopra un episodio che ha visto duramente contrapposto il maggiore azionista (la famiglia Agnelli) e il manager, dopo che quest'ultimo aveva avanzato la richiesta di assumere su di sè le cariche di amministratore delegato e di presidente. Non lo prevede lo statuto, non lo gradivano le banche e, forse, le quattro sorelle Agnelli e gli eredi di Umberto e Giovanni hanno sospettato un tentativo di ridimensionamento del loro ruolo.

Montezemolo ha ricordato che il primo a parlargli di Sergio Marchionne fu proprio Umberto Agnelli, quando nel maggio del 2003 l'italo-canadese fece il suo esordio nel Cda di Fiat: "Umberto, chi è costui?, domandai. E mi rispose: è un manager bravissimo, capace, e poi è un mix di canadese, italiano e svizzero che non guasta per un' azienda come Fiat aperta a tutti i mercati". E Marchionne , di rimando, ha affermato: "Questo incarico non me lo aspettavo e all'inizio non è stata una scelta facile. Molto dipendeva dal presidente: una volta che è stato identificato in Luca di Montezemolo la decisione è diventata molto più facile".

Il manager, che già rassegnato le dimissioni da amministratore delegato del gruppo industriale ginevrino Sgs, ha rivelato: "Conosco le mie capacità, sono un operativo, avevo bisogno di uno come Luca di Montezemolo per coprire tutti gli aspetti del management della società". "Sono solo da due ore amministratore delegato ed è presto per discutere di dettagli operativi" ha aggiunto. "Vi posso dire che abbiamo tutta l'intenzione di completare il piano di rilancio approvato dal Cda l'anno scorso". Il manager ha ricordato le esperienze di risanamento di aziende realizzate in Europa e Nord America ed ha assicurato "La Fiat ce la farà e diventerà di nuovo quella che è stata".

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