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Il greggio torna a quota 41 dollari

Ma l'Opec sta per aumentare produzione

01 Giu 2004 - 13:17

Il caro-petrolio torna a far paura. Sul mercato di New York i futures hanno riguadagnato e superato quota 41 dollari, con un rialzo che ha superato un dollaro al barile. E sulle piazze finanziarie tornano quindi paura e nervosismo, dovuti al timore che l'ennesimo rialzo inneschi meccanismi sempre più gravi di aumento di prezzi e inflazione.

A pesare sul nuovo ritocco verso l'alto del valore del greggio sono stati il recente attacco terroristico in Arabia Saudita, ma anche gli ultimi attentati in Iraq, che hanno influenzato pesantemente anche i prezzi del Brent, che ha guadagnato il 3,42% per arrivare ai 37,85 dollari al barile.

Eppure le voci che filtrano sulle probabili decisioni che l'Opec prenderà il prossimo 3 giugno appaiono piuttosto rassicuranti. Sembra infatti non solo che l'Organizzazione dei Paesi produttori sia in procinto di aumentare le sue quote proprio con lo scopo di frenare i prezzi, ma addirittura si potrebbe pensare di sospendere temporaneamente il sistea stesso delle quote: una decisione che in pratica darebbe il via libero, seppur limitato nel tempo, al libero mercato del petrolio, con tutte le conseguenze sul piano della concorrenza e della determinazione dei prezzi.

A lanciare la nuova idea è stato il rappresentante dell'Iran, secondo Paese produttore di petrolio nell'Opec e quarto nel mondo, che fa parte dell'organizzazione, Hossein Kazempour Ardebili, e della sua proposta parlano i giornali del suo Paese. Ardebili ha detto che la misura più probabile è un aumento di uno o due milioni di barili al giorno, ma misure anche più drastiche potrebbero essere appunto decise. Il ministro iraniano del Petrolio Bijan Zanganeh ha poi aggiunto che la decisione di aumentare le quote potrebbe non essere sufficiente a frenare la corsa dei prezzi, dal momento che già oggi sul mercato esiste un surplus di offerta pari a due milioni di barili al giorno: d'altra parte, pare proprio che l'aumento dei prezzi sia determinato piuttosto dalle tensioni politiche in Medio Oriente che da una logica di domanda e offerta.

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