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Morchio in Fiat voleva il potere

Umberto disse no al ricatto del suo ad

01 Giu 2004 - 10:57

Era arrivato a Torino da manager ma voleva diventare imprenditore. Voleva la golden share, voleva entrare in possesso di azioni riservate alla famiglia, insomma voleva diventare proprietario pur non essendo Agnelli. E' stato questo il ricatto di Morchio che la famiglia Agnelli ha rifiutato. Ed è stata questa la richiesta che l'ex amministratore delegato aveva fatto poche settimane fa allo stesso Umberto.

Una proposta assolutamente inaccettabile per la famiglia e per lo stesso Umberto, che aveva subito risposto con un no senza possibilità di appello. Aveva cominciato chiedendo azioni dell'Accomandita e dell'Ifi. Aveva anche detto che era dispostissimo a portare soldi al Lingotto. Ma la reazione dell'allora presidente era stata subito particolarmente risentita. Morchio era arrivata a Torino da manager e doveva restare un manager.

Ma lo scontro non si era chiuso lì. L'amministratore delegato non aveva voluto cedere, ma nonostante lo scontro fosse duro la famiglia aveva preferito in un primo momento cercare la via della conciliazione: non appariva come una bella prospettiva l'ipotesi di dare all'azienda, per l'ennesima volta in pochi anni, un nuovo amministratore delegato.

E, visto che la situazione sembrava stesse precipitando, era stato lo stesso Umberto Agnelli a indicare il nome di Sergio Marchionne. Se ce ne fosse stato bisogno in futuro, insomma, era lui l'uomo giusto per la Fiat. Se Morchio fosse andato avanti su questa linea, insomma, il rifiuto sarebbe diventato divorzio: la famiglia Agnelli non poteva accettare un ricatto simile.

Eppure lo scontro continua anche nelle ore immediatamente successive alla morte di Umberto. Quando, la sera stessa di venerdì, Morchio insiste con Gabetti, Grande Stevens e Jaki Elkann chiedendo il doppio incarico (presidente e amministratore delegato) per completare l'opera "che mi è stata affidata dal dottor Umberto". La risposta a questa richiesta, proprio a pochi metri dalla camera ardente di Umberto, è quella di scegliere un presidente. Ma Morchio dice di no. Anche lui non scende a compromessi. Si arriva così alla nomina di Montezemolo a presidente. E alla rottura definitiva. Lui, Morchio, al Cda non sarà presente.

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