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Crisi, 50mila chiusure in 2013: male la moda

Lʼallarme di Confesercenti: a fine anno saranno 90mila i posti di lavoro persi. Oltre ai negozi di abbigliamento, i più colpiti sono bar e ristoranti. Le imprese under 35 durano solo tre anni

LaPresse

Momento di crisi per i settori ristorazione e moda. Nei primi 8 mesi del 2013, hanno chiuso i battenti 50mila imprese, con un saldo negativo di 20.000 esercizi: quasi 4.600 fra bar e ristoranti, mentre una chiusura su quattro nel commercio arriva da un negozio di abbigliamento. E' quanto emerge dall'osservatorio Confesercenti, che a fine anno teme ora 30mila chiusure definitive e la perdita di almeno 90mila posti di lavoro.

Quattro imprese su dieci da under 35, ma durano solo 3 anni - La disoccupazione giovanile morde ma i giovani non si arrendono: e per crearsi un posto di lavoro diventano imprenditori. Nel primo semestre 2013, 4 nuove attività su 10 di commercio e turismo sono state avviate da under 35. Soprattutto, secondo l'Osservatorio Confesercenti, nel commercio, ristorazione, turismo, settori che si confermano in 'ammortizzatori' della disoccupazione, giovanile e femminile (in particolare. Però durano poco, dopo 3 anni chiuso il 30% delle imprese del commercio, il 40% nel turismo.

Commercio e turismo i settori più colpiti dalla crisi - La crisi che ha investito turismo e distribuzione commerciale rischia però di rendere precaria anche l'auto-occupazione, accorciando la vita delle imprese più recenti: a giugno 2013 - avverte l'Osservatorio - ha chiuso i battenti il 32,4% delle attività commerciali avviate nel 2010, mentre nel turismo la quota di chiusure sale al 41,3%. "Serve un cambio di mentalità - dice Mauro Bussoni, segretario generale della Confesercenti - senza innovazione non si può più fare impresa. Bene la detassazione sulle cessioni di impresa e i voucher previsti dal Dl Fare per l'informatizzazione, è la strada giusta. Ma - dice Bussoni - attenti alle contraddizioni". Si salva il web, in 20 mesi +24,5% di aperture di negozi online.