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Telecom, Letta: "Società privata, ma vigiliamo"
Bernabè: "La società non diventa spagnola"

Ira del mondo politico sulle mosse di Telefonica. Zanda (Pd) denuncia una "politica industriale inesistente", Migliore (Sel) esprime preoccupazione per una svendita, Grillo chiede di bloccare lʼoperazione. Uil: "Se ne va unʼaltra impresa italiana"

Ansa

"Guardiamo, valutiamo, vigileremo sul fronte occupazionale, ma bisogna ricordare che Telecom è una società privata e siamo in un mercato europeo". Così il premier Enrico Letta ha commentato il riassetto della catena di controllo di Telecom. Ma il presidente del colosso italiano, Franco Bernabé, avverte: "Telecom non passa agli spagnoli. E' stato deciso solo un riassetto azionario".

Tra i primi a criticare l'operazione è stato il leader della Uil, Luigi Angeletti: "E' un altro duro colpo per noi - dice in un intervento radiofonico -, cosi perderemo un'altra delle poche, grandi imprese che ancora restano sotto il controllo italiano". Angeletti avverte poi che questo accordo avrà una ricaduta per noi negativa sul fronte occupazionale non solo nell'immediato ma soprattutto per il futuro". Quello "che fatalmente accadrà", sottolinea Angeletti, "è quello che è naturale accada: nei prossimi anni, quando si tratterà di decidere dove investire, lo si farà sulla base di interessi, legittimi, che però non risiederanno a Roma ma a Madrid".

Bernabè: "Telecom non diventa spagnola" - Ma il presidente Franco Bernabè assicura che "Telecom Italia non diventerà spagnola" perché "l'operazione riguarda Telco". Bernabè ha poi spiegato come l'intesa raggiunta nella notte tra Telefonica e i soci italiani di Telco "cambia l'assetto azionario di Telco e non di Telecom. Telecom non diventa spagnola, è solo Telco che ha avuto un riassetto azionario".

Zanonato: "Sulla vicenda c'è grande confusione" - La pensa come Bernabè il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che commenta così la vicenda: "Mi pare sia dura sostenere che Telecom diventerà spagnola. C'è molta confusione nella vicenda Telecom. La Telco, che possiede il 20% di Telecom, era già a maggioranza Telefonica".

Di parere simile anche il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, secondo la quale l'operazione Telefonica-Telecom è "uno snodo molto importante per il nostro futuro industriale". La confederazione degli industriali è comunque "neutra rispetto alla soluzione, nel senso che quello che rileva non è la nazionalità del capitale né le bandiere, quello che rileva è che siano promosse le condizioni di concorrenza che peraltro ci sono un mercato come quello delle telecomunicazioni". Soprattutto, conclude la Panucci, importa "che sia consentito di sfruttare al massimo le potenzialità delle reti di nuova generazione, quindi staremo a vedere quale sarà il piano che presenterà Telefonica".

Benetton: "Un'operazione che andava fatta prima" - "Come operazione ci sta. Ma se gli italiani lo avessero fatto prima si sarebbero risparmiati un bel po' di soldi". Così ha commentato l'accordo Gilberto Benetton, già socio prima in Telecom poi in Telco, da cui è uscito tempo fa.

Grillo: "Il governo blocchi la vendita" - "Il governo deve intervenire per bloccare la vendita a Telefonica con l'acquisto della sua quota, è sufficiente dirottare parte dei miliardi di euro destinati alla Tav in Val di Susa che neppure il governo francese vuole più". Questo si legge su un passaggio del post non firmato pubblicato sul sito di Beppe Grillo.

"L'Italia perde un altro pezzo, Telecom Italia. Le telecomunicazioni diventano spagnole. Un disastro annunciato da un saccheggio continuato, pianificato e portato a termine con cinismo di quella che era tra le più potenti, innovative e floride società italiane".

Migliore: "Il governo dia risposte" - "Dopo una privatizzazione sbagliata 15 anni fa, ora una svendita - denuncia il capogruppo dei deputati Sel, Gennaro Migliore -. E non ci sono tutele per i lavoratori e per gli utenti di un sistema strategico come quello delle telecomunicazioni. Siamo preoccupati per Telecom, per Alitalia e anche per Finmeccanica, di cui si parla in termini di dismissione dell'asset civile".

Zanda: il governo riferisca in Senato - E il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, chiede al governo di riferire in Senato portando spiegazioni sia sul caso Telecom sia su quello Alitalia. "Le vicende - dice - rappresentano in modo impietoso l'esito di una lunga catena di errori in gran parte dovuti all'assenza ventennale di una politica industriale e, conseguentemente, alla prevalenza degli interessi privati sugli interessi pubblici. Il governo riferisca in Senato sul grave declino del sistema industriale italiano che coinvolge due imprese strategiche per i nostri servizi pubblici".

Gasparri: e adesso lo scorporo della rete tlc - "Che Telefonica sia l'azionista di riferimento di Telecom non è certamente una novità. E' bene comunque che nella Telecom si faccia chiarezza perché l'azienda ha sofferto in questi anni per la presenza di un azionista di riferimento che, di fatto, non ha svolto un ruolo propulsivo. Ma a questo punto diventa ancora più urgente definire il tema della rete. Lo scorporo è necessario proprio per la rilevanza strategica di questa struttura. Tutti i cittadini sono utenti della rete di telecomunicazione, fondamentale non solo per i rapporti tra le persone ma anche per tutte le attività di sicurezza e d'informazione in senso lato", ha scritto in una nota il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.