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Turismo 2013, Federalberghi: ancora crisi
"Ma il nostro settore è pronto a ripartire"

"Primi timidi segnali di ripresa: ora il governo deve aiutarci a fare occupazione"

Ufficio stampa

La leggera ripresa del turismo in Italia, con un +0,9% di turismo interno e un +3% di quello straniero, non migliora i conti delle imprese e non incide sulla disoccupazione del settore. E' quanto emerge dall'indagine realizzata da Federalberghi, secondo cui il giro d'affari si attesterà sui 14,9 miliardi di euro rispetto ai 15,3 miliardi di euro del 2012, con un -3% e con l'occupazione in calo del 5%.

Il calo del giro d'affari è frutto di una spesa complessivamente inferiore in conseguenza del maggior numero d'italiani che resteranno nei confini nazionali e dei prezzi più bassi.

Tuttavia, malgrado questi numeri negativi, un piccolo segnale incoraggiante c'è. "Con enfasi - dice ancora Federalberghi - possiamo dire che il turismo italiano suona un campanello prima di tanti altri settori produttivi, ben più considerati ed incentivati del nostro, attirando l'attenzione dei sistemi economici mondiali sul fatto che l'Italia turistica potrebbe rappresentare il segnale di ripresa che il mondo intero va attendendo".

"A questo punto - afferma il presidente, Bernabò Bocca - il governo presieduto da Enrico Letta non deve perdere l'occasione e cogliere l'attimo, definendo con immediatezza un pacchetto-turismo che pianifichi con urgenza, tra l'altro, misure volte da un lato a recuperare posti di lavoro, elemento alla base della qualificazione delle aziende e dall'altro lato ad attivare canali di accesso al credito rapido ed agevolato per ridare alle imprese quella liquidità indispensabile per rammodernare le strutture e farci arrivare in tempi rapidi ad una offerta potenziata".

Pochi soldi, si punta alla vacanza corta - Al giro di boa della stagione estiva le vacanze 2013 degli italiani si confermano all'insegna dello ''spendo poco e non vado oltre agosto''. Diversa la lettura di Assoturismo-Confesercenti rispetto a quella di Federalberghi-Confcommercio. A piangere per i fatturati in calo non sono solo alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari (con flessione che vanno dall'8 al 10%), ma anche le agenzie di viaggio che vedono crolli del giro di affari fino a -30%. Per l'organizzazione della Confesercenti a pesare sono più fattori: il perdurare della crisi, la minore disponibilita' di spesa degli italiani, una situazione climatica solo da poco stabilizzata, e ovviamente le incertezze del futuro.