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Statali verso il "taglio" del 10% degli stipendi

Un decreto legge in dirittura dʼarrivo proroga il blocco degli aumenti fino al 2013-2014

Ansa

A breve sarà emanato un decreto che congela ulteriormente fino al 2013-2014 il blocco di contratti e stipendi nel pubblico impiego. Questo provvedimento, unito al precedente congelamento del 2010-2012, farà perdere alla categoria quasi il 10% dello stipendio in termini di mancati aumenti. Gli effetti ricadranno anche sulle pensioni. La norma va approvata entro aprile, altrimenti agli statali andrebbe versata l'"indennità di vacanza".

Il decreto di Economia e Funzione pubblica, come riporta Il Sole 24 Ore, avrà conseguenze pesanti sui quasi quattro milioni di dipendenti di pubblici ed enti strumentali. Concretamente, ciò significa una sforbiciata di 2.575 euro all'anno per un impiegato con stipendio medio inferiore a 28mila euro lordi annui. Il "taglio" è di quasi 4mila euro per una persona che lavora a Palazzo Chigi e ne percepisce in media quasi 43mila. La decurtazione per i dirigenti regionali e i professori ordinari di università che percepiscono più di 90mila euro è attorno agli 8.500 euro e per i dirigenti di I° fascia dei ministeri con reddito di 182mila euro è di 16.862 euro. Denaro che, inoltre, non sarà recuperato col rinnovo contrattuale. Così come non vi saranno versamenti che copriranno la "vacanza contrattuale".

Pensioni più leggere - Tutto questo incide pesantemente anche sulle pensioni: chi oggi è vicino all'uscita avrà circa la metà della pensione calcolata con il sistema retributivo e perderà dall'assegno circa l'80% del costo complessivo del blocco. In pratica, chi ha perso 7mila euro di mancati aumenti e andrà in pensione nel 2014-2015 perderà 5.500 euro annui di pensione.