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Imu, l'1% dei comuni ne paga un terzo
Cisl: "Stangata su dipendenti e pensionati"

Presi in esame 1,2 milioni di contribuenti. Quasi nessuno ha utilizzato le tre rate

Afp

Lavoratori e pensionati hanno versato in media per la prima casa un acconto Imu di 84 euro. Ma, considerando solamente le città di Milano, Bologna, Genova, Roma, Napoli e Palermo, l'importo versato risulta più alto del 54%, pari infatti a 129 euro, con punte del 102% in più a Roma. I dati sono il risultato dei calcoli fatti da Caf-Cisl sui versamenti reali degli acconti di 1,2 milioni di dipendenti e pensionati.

 I dati del ministero delle Finanze
Sono oltre ottomila i comuni sparsi lungo lo stivale, per la maggior parte piccoli centri con poche centinaia di residenti, poche case e poca Imu. Poi c'è un gruppo ristretto di città, l'1,2% del totale, che da sole garantiscono un terzo delle entrate, pari a oltre 3,2 miliardi di euro (33,8%). E' quanto emerge dai dati pubblicati dal ministero dell'Economia, relativi alla prima rata 2012 dell'imposta sugli immobili. Dai primi 10 comuni in classifica arrivano oltre 2 miliardi di euro, pari a un quinto dell'incasso totale. I comuni che hanno superato i 10 milioni di entrate sono, in tutto, 95, su un totale di 8.095; quelli che vanno oltre i 20 milioni di gettito sono 39; solo 20 comuni superano i 30 milioni di incasso e 15 arrivano oltre la soglia dei 40 milioni. Oltre i 50 milioni ci sono solo 12 città, quasi tutte capoluogo di regione. 

Caf-Cisl: "Ecco le città più care"
Per quanto riguarda la prima casa, dopo Roma tra le sei città esaminate nel dettaglio, l'impatto maggiore rispetto alla media nazionale si registra a Bologna (+140 euro per la prima casa +67%) quindi a Genova (+27%) e a Napoli (+25%). I contribuenti di Milano hanno invece pagato in media 99 euro per la prima casa (+18% rispetto alla media nazionale) e 224 per la seconda +39%. In controtendenza Palermo. L'acconto medio pagato sulla prima casa è stato di 54 euro, al di sotto della media generale del 36% e quello sulla seconda casa di 168 euro, solo il 4% in piu' della media nazionale.

I dati del Caf Cisl, che rappresenta circa il 18% del mercato dei caf nazionale, sono stati raccolti sui dati reali delle distinte di pagamento effettuate per i contribuenti che si sono rivolti alle loro sedi: circa 1,2 milioni di bollettini compilati in 900 sedi sul territorio. Ovviamente i dati sono rappresentativi solo per i lavoratori dipendenti e i pensionati, cioè delle tipologie di cittadini che si rivolgono ai Caf.

Nelle città più cara anche l'imposta sulla seconda casa
Anche l'imposta media sulla seconda casa segna un +65% nei capoluoghi oltre la media nazionale (265 euro contro 161). Anche per la seconda casa al primo posto è Roma con 325 euro, seguita da Bologna con 319; in questo caso anche Palermo, pur rimanendo il capoluogo con l'imposta media più bassa, con i suoi 168 euro è - a differenza che con la prima casa - di poco sopra alla media nazionale.

Altro dato interessante è quello sulle detrazioni per i figli conviventi: il 67% dei contribuenti del nostro campione infatti non ne ha (sul dato incide il fatto che tra i contribuenti che si rivolgono al Caf i pensionati sono sicuramente sovra rappresentati). Ci sono poi il 12% di famiglie con un solo figlio, il 17% con 2 e il 3% con 3 o più figli conviventi. Il Caf Cisl ha elaborato anche la differenza in questi casi: i contribuenti senza figli hanno pagato circa 91 euro, quelli con un figlio 70 euro, quelli con 2 68 euro e quelli con tre o piu' figli 70 euro.

Il 98% ha scelto di pagare in due rate
L'ultimo dato riguarda le rate, dopo la "burrascosa" introduzione della possibilità di pagare in tre rate anzichè due ma solo per l'abitazione principale. Oltre il 98% dei contribuenti ha scelto di pagare in 2 rate: solo l'1,6% degli assistiti ha scelto di pagare anche a settembre. Questa scelta è evidentemente collegata all'importo: si passa infatti da una prima rata media di 81 euro per chi ha pagato in due rate, contro ben 229 euro per la rima di tre rate.