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Crisi, la presidenza Ue: "Si attuino gli accordi
altrimenti è a rischio la sopravvivenza dell'euro"

Il leader cipriota dellʼUe a 27, Christofias, cerca una mediazione tra i Paesi del nord e del sud Ma dalla Germania il ministro Rosler avverte: Grecia nellʼeuro? Forti dubbi

Ap/Lapresse

L'Europa attui in fretta le decisioni prese per crescita e occupazione e rafforzare l'Unione economica e monetaria, o l'euro è a rischio. Il cipriota Dmitri Christofias, presidente di turno dei 27, dice di condividere l'appello e l'allarme di quei Paesi, Italia e Spagna in testa, che insistono per l'attuazione rapida degli impegni del vertice di fine giugno. E si pone come "mediatore onesto" tra i falchi del rigore e i Paesi in affanno.

"Hanno ragione quelli che dicono che bisogna fare in fretta altrimenti l'Europa è in pericolo - spiega in un'intervista all'Adnkronos da Londra, dove, nella sua veste di presidente Ue, ha assistito alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi -. Non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente per affrontare una situazione che è eccezionale". Al summit, tra le decisioni prese, c'è quella del meccanismo antispread che dovrebbe mettere al riparo Italia e Spagna dalle turbolenze sui mercati dei titoli sovrani, "ma questo è solo un inizio", osserva Christofias, come un inizio "è stata la discussione sugli eurobond, per i quali ci vuole tempo, anche se alcuni Paesi questo tempo non ce l'hanno".

"In Europa serve più solidarietà"
"E' ora dunque di cambiare filosofia - incalza -. Qualcosa si è già visto nei vertici degli ultimi mesi, con la maggiore attenzione data alla crescita e all'occupazione". Ma questo non può bastare, avverte. Se da una parte si è finalmente capito che l'austerità, per quanto necessaria, deve essere accompagnata da "misure per fare respirare l'economia e non per strangolarla", dall'altro dobbiamo ancora vedere un vero ritorno ai valori della solidarietà sui quali dovrebbe basarsi l'Ue.

"Noi continuiamo a parlare di solidarietà, vogliamo ripristinare quel valore", senza questa l'integrazione europea "è in pericolo", avverte ancora Christofias che, pur cosciente di quanto il suo Paese "sia piccolo", vuole giocare "il ruolo di onesto e oggettivo mediatore tra i Paesi rigoristi del Nord Europa e quelli in difficoltà del sud, vogliamo conciliare le loro posizioni, senza troppo rumore e senza fare show".

"L'Europa non sia un nemico per nessuno"
"Se finora un metodo, quello dell'austerità da sola, non ha funzionato, è ora di passare a un altro metodo, quello delle misure per la crescita, combinando insieme le due filosofie", insiste il presidente cipriota, che spera durante il suo mandato di riuscire "ad ammorbidire lo scontro fra nord e sud Europa, nell'interesse di tutti i cittadini europei, agli occhi dei quali l'Ue non deve essere un nemico".

Allo stesso spirito di compromesso e mediazione Christofias. unico presidente comunista dell'Ue, che ha già annunciato di non volersi ripresentare alle elezioni del prossimo febbraio, intende fare ricorso nei negoziati a Bruxelles, che si preannunciano intensi e duri, sul bilancio 2014-2020. "Al momento questo è il problema principale della nostra presidenza, conciliare le posizioni" di Paesi come la Gran Bretagna, contrari a ogni aumento della spesa, con i Paesi beneficiari dei fondi strutturali, tra cui l'Italia.

"Abbiamo ereditato dalla presidenza danese il dossier senza alcuna indicazione sulle cifre - spiega -. Abbiamo avuto contatti intensi con tutti i partner per trovare soluzioni a possibili stalli" nelle trattative. Ma anche qui, ribadisce il presidente, progressi sul bilancio e sull'integrazione europea in generale non saranno possibili se i 27 non saranno ispirati dal valore della solidarietà".

"Un quadro più chiaro potremo averlo al vertice del 18 e 19 ottobre a Bruxelles", dice, non escludendo un summit straordinario in novembre, per fare il punto della situazione sui negoziati sul bilancio ma anche sul lavoro iniziato nelle settimane scorse per rafforzare l'Uem.

Infine, il caso Grecia. Christofias è convinto che "il sistema politico greco vuole che il Paese resti a far parte dell'Eurozona, ma vogliono respirare anche un po'", dopo la drammatica recessione degli ultimi due anni. "Spero che la troika Ue-Bce-Fmi e il governo greco possano trovare un linguaggio comune, perché quanto sta avvenendo è un dramma per la popolazione".

Dalla Germania nuovi dubbi sulla permanenza della Grecia nell'euro
E intanto, il ministro tedesco dell'Economia Philipp Roesler ha messo di nuovo in discussione la permanenza di Atene nell'euro e l'eventuale concessione di altri aiuti. "Da tempo non è un segreto che ci sono forti dubbi sulla possibilità che la Grecia completi le riforme concordate" e quindi resti nell'euro, ha insistito parlando con la Bild am Sonntag.