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Cuochi, colf, segretarie e operai specializzati Ecco tutte le professioni che battono la crisi

Dalla Cgia di Mestre il "borsino" dei mestieri che registreranno un aumento nelle assunzioni

Ansa

Cuochi, camerieri, segretarie, addetti alla pulizia e alle persone, operai specializzati nell'edilizia, conduttori di impianti industriali. Sono queste le mansioni che possono dare lavoro in tempo di crisi, a cui si aggiungono gli addetti al settore sanitario e a quello sociale, nonché operai specializzati nell'industria alimentare, legno e carta. Il "borsino" delle professioni che battono la crisi è stato elaborato dalla Cgia di Mestre.

Complessivamente queste professioni dovrebbero garantire 20.000 posti di lavoro in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I dati si riferiscono alle assunzione previste dagli imprenditori italiani nella periodica indagine campione realizzata dall'Unioncamere. Il risultato finale è stato ottenuto mettendo a confronto i dati emersi nel terzo trimestre 2012 e quelli relativi allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, commenta: "Sono professioni legate, in particolar modo, alle attività che caratterizzano la nostra economia: come il turismo/ristorazione, i settori del made in Italy, la sanità ed il sociale. Mestieri non sempre di altissima specializzazione, ma indispensabili per mantenere in piedi i settori che stanno dando un contributo importante alla tenuta economica e occupazionale del nostro Paese".

E i mestieri che soffrono la crisi
Dall'analisi della Cgia sono stati elencati anche i mestieri che, purtroppo, rischiano di registrare un preoccupante segno negativo. Specialisti in scienze economiche, operai specializzati nell'industria, operai metalmeccanici, personale non qualificato nell'industria e nella logistica, facchini, commessi nei negozi e altro personale occupato nella grande distribuzione e negli esercizi all'ingrosso sono i più a rischio disoccupazione. Questi lavori, con l'ultimo anno di crisi, potrebbero perdere quasi 22.000 unità.

"Sono professioni – conclude Bortolussi – legate alle attività manifatturiere e a quelle commerciali che, da un lato, hanno risentito degli effetti dirompenti portati dalla concorrenza dei paesi emergenti, dall'altro, del forte calo dei consumi che ha caratterizzato il comportamento delle famiglie italiane".