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Btp-Bund, lo spread chiude sotto i 490 punti
L'Fmi: "Corsa non giustificata dai fondamentali"

E Palazzo Chigi assicura: "Non useremo lo scudo per frenare la corsa del differenziale"

Ansa

Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso sotto quota 500: a 488 punti. Oggi il differenziale di rendimento aveva raggiunto i 495 punti, segnando i massimi dal 16 gennaio. Il rendimento del titolo italiano si è attestato al 6,10%. Corre anche lo spread tra Bonos e Bund, tornato sopra quota 550 punti, con il tasso che vola sopra il 6,50%. Dopo l'ennesimo record, fonti legate a Palazzo Chigi assicurano: "Non useremo lo scudo anti-spread".

Tesoro: "Investitori hanno fiducia nell'Italia"
"Il dato positivo emerso nell'asta di venerdì scorso è stato confermato e rafforzato oggi dal risultato della riapertura riservata agli specialisti in titoli di Stato". E' quanto comunica il ministero dell'Economia, osservando che è "un dato che conferma l'attuale fiducia degli investitori nei titoli di Stato italiani, nonostante le tensioni in atto sui mercati europei".

Fmi: "I fondamentali non giustificano la corsa dello spread"

D'altra parte, gli esperti del Fondo monetario internazionale dicono chiaramente che la corsa dello spread non trova sempre riscontro nella realtà. In particolare, il responsabile del Fiscal monitor dell'Fmi, Carlo Cottarelli, dichiara che "alcuni spread in Europa non sono giustificati dai fondamentali". "Gli spread di alcuni Paesi, per esempio l'Italia - riprende Cottarelli - riflettono i problemi che il progetto europeo deve fronteggiare nel suo complesso, ma bisogna riassicurare i mercati sul fatto che il progetto rimane fattibile".

Fmi: piccolo surplus Italia nel 2013 
Il ciclo di correzione del deficit nel biennio 2012-2013 in Italia "dovrebbe continuare sostanzialemnte ad essere in linea con le aspettative" e il "risanamento dei conti pubblici nei prossimi due anni dovrebbe consentire" al Paese "di ottenere un piccolo avanzo primario nel 2013". Lo si legge nel Fiscal Monitor del Fon Fondo monetario internazionale. L'Fmi stima che il debito pubblico italiano salirà al 125,8% del Pil nel 2012 e al 126,4% nel 2013.

Fmi: "L'Italia ha fatto abbastanza"
L'Italia ha messo in atto recentemente azioni "sufficienti", compresa la spending review, per garantire al Paese un surplus strutturale nel 2013, come si legge anche negli aggiornamenti del Fiscal Monitor. Gli analisti del dipartimento di ricerca del Fondo monetario internazionale spiegano che "il problema è fare in modo che gli aggiustamenti fiscali favoriscano la crescita" e sottolineando che "servono misure per assicurare che nel medio termine i progressi siano cementati".

Palazzo Chigi: "Non useremo lo scudo anti-spread"
Fonti di Palazzo Chigi assicurano dunque che "al momento non c'è nessuna intenzione di ricorrere" al cosiddetto scudo anti-spread. "Nessuno può escluderlo a priori per il futuro - continuano le fonti -, ma al momento non se ne ravvisa la necessità". E' ancora presto, ribadiscono, per prendere in considerazione l'ipotesi di chiedere all'Europa di attivare il meccanismo, che attualmente prevederebbe l'intervento del solo fondo Efsf (visto che l'Esm attende la ratifica da parte di alcuni Paesi membri).

Se in linea di principio le condizioni a cui uno Stato può chiedere l'intervento del Fondo di Stabilità, come lo ha ribattezzato il premier Mario Monti, sono state delineate dal vertice europeo di fine giugno prima e dall'Eurogruppo poi, l'interpretazione di queste "condizionalità sono ancora oggetto di dibattito da parte di alcuni partner europei, in particolare da quelli nordici come Finlandia, Olanda e - forse, visto le dichiarazioni di Angela Merkel - dalla stessa Germania. A Palazzo Chigi si nega comunque che ci siano ancora cose da chiarire e si ritiene che il summit Ue e l'Eurogruppo abbiano già stabilito che il Paese virtuoso che beneficia degli aiuti non debba far altro che procedere sulla base degli impegni già presi con la Commissione Ue.

Un'altra ragione spinge alla cautela. Alcuni Stati membri, e fra questi l'Italia, non hanno ancora ratificato il Fiscal Compact e con esso lo Statuto istitutivo dell'Esm. E fino a quando il Fondo permanente non sarà operativo, i partner in difficoltà hanno a disposizione solo le risorse dell'Efsf, considerate da molti analisti insufficienti per calmierare gli interessi sui titoli di Stato italiani. Considerazione, questa, che è condivisa anche da fonti di governo. Del resto, come ha fatto capire Vittorio Grilli nell'intervista al "Corriere", anche le risorse congiunte di Efsf e Esm potrebbero non bastare. Tanto che lo stesso ministro dell'Economia ha parlato della necessità di rafforzare le "capacità" del Fondo permanente.

"Passi importanti di Italia e Spagna"
In riferimento agli aggiornamenti del World Economic Outlook, Olivier Blanchard, direttore del dipartimento di ricerca e consigliere economico dell'fmi Olivier Blanchard dice che Spagna e Italia "hanno compiuto passi importanti nella giusta direzione", anche se resta un rischio "ovvio", ovvero che "peggiori il circolo vizioso e che uno dei due Paesi perda accesso ai mercati". Questo "potrebbe fare deragliare la crescita mondiale".

Blanchard ha inoltre sottolineato che anche se sono stati appunto fatti passi positivi nella giusta direzione, gli obiettivi su risanamento dei conti e sulle riforme possono essere centrati se i due Paesi "hanno tassi ragionevoli" sul rifinanziamento del debito pubblico. Secondo Blanchard, è necessaria "una volontà di stabilizzare le condizioni finanziarie" da parte dei leader e delle autorita' di regolamentazione europee.