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Crisi, allarme di Confindustria: "Non siamo in guerra, ma i danni al Paese sono gli stessi"

Pessime le stime sul mercato del lavoro e sullʼeconomia: " Il 2013 si chiuderà con un milione e 482mila posti di lavoro in meno rispetto al 2008, abisso Pil". Squinzi: "Non usciremo in fretta dalla recessione"

Ansa

Sono nerissime le stime del centro studi di Confidustria sul mercato del lavoro. Il 2013 si chiuderà con un milione e 482mila posti di lavoro in meno dal 2008, anno di inizio della crisi e la disoccupazione salirà al 10,9% a fine 2012 e toccherà il record del 12,4% nel quarto trimestre 2013. Secondo Confindustria "i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di una guerra".

"Non siamo in guerra, ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l'industria manifatturiera e le giovani generazioni", spiega nel dettaglio Confindustria, che definisce "drammatica" la crisi attuale.

"L'aumento e il livello dei debiti pubblici - si legge nello scenario redatto Centro Studi di Confindustria (Csc) - sono analoghi, in quasi tutte le democrazie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali. Una sorta di guerra c'è stata ed è tuttora in corso, ed è combattuta dentro l'Europa e dentro l'Italia". Per il CsC "a scatenarla sono stati errori recenti e mali antichi. Gli errori recenti sono stati inanellati nella gestione dell'eurocrisi".

Pil, "Italia nell'abisso"
"L'Italia e' nell'abisso". Il direttore del Centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, presentando l'ultima indagine sugli scenari economici, usa queste poche parole per descrivere lo stato del Paese. Il Csc prevede flessioni del Pil del 2,4% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013, che seguono incrementi dell'1,8% nel 2010 e dello 0,4% nel 2011. "La recessione italiana si è già concretizzata più intensa", si legge nella premessa dell'indagine di Viale dell'Astronomia. "Il 90% dell'arretramento di quest'anno è già acquisito nel secondo trimestre (-2,1%)".

Persi 2.500 euro pro capite, spesa in calo
"A sei anni dall'inizio della crisi, nel 2013 l'Italia si troverà con un livello di benessere, misurato in Pil pro-capite, del 10% inferiore alla media 2007". Lo stima il centro studi di Confindustria, calcolando che è un calo "pari quasi a 2.500 euro in meno (prezzi costanti dal 2005)". Contemporaneamente, stando sempre alle stime, la spesa degli italiani scenderà del 2,8% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. Il calo, certificato dal quadro contenuto nelle previsioni del centro studi Confindustria, avviene dopo il recupero nel 2010 (+1,2%) e la sostanziale stagnazione nel 2011 (+0,2%) e riporta i consumi familiari a -4,5% reale rispetto alla media del 2007. "L'impatto della crisi sulla spesa delle famiglie - spiega il Csc - è stato molto significativo".

Si allontana il pareggio di bilancio nel 2013

- I conti pubblici migliorano "vistosamente" ma la maggiore flessione del Pil inevitabilmente allontana il pareggio. Il Centro Studi di Confindustria stima per il 2012 un indebitamento netto pari al 2,6% del Pil, in peggioramento di 1,1 punti rispetto alla previsione di dicembre scorso e di 9 decimi di punto sopra la stima del Def; nel 2013 il deficit pubblico scenderà all'1,6% del Pil, lontano dal pareggio di bilancio a cui si avvicinerà in termini strutturali, come richiesto dal fiscal compact.

Disoccupazione al 12,4% a fine 2013
Le condizioni del mercato del lavoro italiano sono in forte deterioramento. Il Centro Studi di Confindustria stima che l'occupazione, calerà dell'1,4% nel 2012 (-1% già acquisito al primo trimestre) e dello 0,5% nel 2013. Solo sul finire dell'anno prossimo le variazioni congiunturali torneranno positive e il 2013 si chiuderà con 1 milione e 482mila posti di lavoro al netto cig (Ula occupate) in meno rispetto a inizio 2008 (-5,9%).

Fisco, pressione effettiva al 54,6%
 La pressione fiscale apparente è confermata salire al 45,4% del Pil nel 2013; quella effettiva, che tiene conto del sommerso, giungerà al 54,6%. Lo segnala il Centro Studi di Confindustria nel suo documento di sintesi su "Scenari economici", indicando che entrambe le stime includono l'aumento dell'Iva legiferato e pronto a scattare da ottobre.

Squinzi: "Non usciremo rapidamente dalla recessione"
"Siamo in piena recessione e non ne usciremo tanto rapidamente". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine della presentazione dell'ultimo rapporto del Centro studi. A chi gli chiedeva se i provvedimenti che prenderà l'Ue basteranno per tranquillizzare i mercati, Squinzi ha risposto: "Sono un europeista convinto e totale. Se si prenderanno i provvedimenti giusti, ci saranno cambiamenti in meglio. L'importante - ha sottolineato - è che si prendano provvedimenti con determinazione e li si porti avanti".