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Polillo: "Lavorare di più per battere la crisi"
La Cisl: "Ora basta sparare numeri a caso"

Il sottosegretario allʼEconomia rilancia la sua proposta e avverte: "Stiamo vivendo sopra le nostre possibilità. O abbassiamo il tenore di vita o facciamo meno ferie"

LaPresse

"O lavoriamo di più o questo livello salariale medio è insostenibile in un periodo di crisi". Il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo lancia l'allarme. L'unica scelta che abbiamo è tra una riduzione del tenore di vita e un maggior numero di ore di lavoro. Polillo è dunque tornato sulla sua proposta di lavorare una settimana in più l'anno. E sul pubblico impiego ha aggiunto: "Usare le norme sulla mobilità in caso di eccedenza di personale".

"Lavorare di più per far ripartire investimenti e occupazione"
Secondo Polillo lavorando una settimana in più l'anno si potrebbe "determinare una ripresa degli investimenti, quindi un aumento dell'occupazione e, poi, della domanda interna".

La società italiana, ha precisato Polillo, "è abituata a un tenore di vita che non possiamo più permetterci. Lavoriamo nove mesi all'anno e gli altri tre mesi se ne vanno in vacanze di varia natura. Ci sono quindi tre mesi di vacanze per ogni addetto che diventano due perché compensati dagli straordinari. Sull'orario di lavoro mi permetto di insistere, questa crisi che l'Italia sta vivendo non è figlia di un destino cinico e baro ma dipende dai vizi della società italiana. Abbiamo avuto uno dei più alti tenori di vita, ora bisogna che ci rimbocchiamo le maniche e che lavoriamo come gli altri".

Il sottosegretario ha spiegato poi che "in un'azienda metalmeccanica un lavoratore anziano ha diritto a cinque settimane all'anno di ferie. Poi ci sono fino a 15 permessi obbligatori e fino a 12/13 feste infrasettimanali. Se a questi giorni aggiungiamo 10 giorni di assenteismo tra malattie e scioperi arriviamo a tre mesi".

"I sindacati? Non mi aspettavo che la prendessero bene"
"Non mi aspettavo che i sindacati la prendessero bene - ha detto poi rispondendo a una domanda a proposito della levata di scudi dei rappresentanti sindacali sulla posssibilità di lavorare di più a parità di stipendio -. O noi lavoriamo di più o questo livello salariale medio è insostenibile. C'è un buco nella bilancia dei pagamenti".

"Statali, si usi la norma sulla mobilità"
Affrontando poi il nodo del pubblico impiego, Polillo ha detto che "bisogna usare le norme che ci sono, come quella sulla mobilità". E ha sottolineato che fino a questo momento è stata utilizzata molto poco la norma che prevede la possibilità, in caso di eccedenza di personale, di mettere in mobilità per due anni.

Il sottosegretario ha ricordato che, dopo due anni di mobilità all'80% dello stipendio, i lavoratori in esubero che non accettassero una nuova destinazione potrebbero essere licenziati. Al momento comunque, ha spiegato, nella spending review i tagli sono limitati ai dirigenti del ministero dell'Economia e della Presidenza del Consiglio. E il provvedimento dovrebbe essere presentato la prossima settimana in Consiglio dei ministri".

"Sanità, il governo sta pensando a nuovi tagli"
E proprio sulla spending review Polillo ha ricordato che il governo sta discutendo se operare ulteriori tagli alla spesa sanitaria, oltre a quelli già predisposti dal precedente esecutivo. Ma ha precisato che nulla ancora è stato deciso. "Ci sono i tagli già previsti - ha spiegato -, quelli da 2,5 miliardi nel 2013 e da 2,5 miliardi nel 2014 e questi già comporteranno sacrifici. Speriamo di non tagliare di più, ne stiamo discutendo".

"Il fatto è che la spesa sanitaria è cresciuta velocemente negli ultimi anni, anche se non è eccessiva rispetto ad altri Paesi, europei ma abbiamo un problema di compatibilità: un servizio di qualità a costi contenuti è una missione quasi impossibile".

Cisl: "Basta teatrini"
Botta e risposta tra la Cisl e il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, che ha proposto di lavorare una settimana in più all'anno per combattere la crisi. "Sparare numeri nel tentativo di creare confusione - spiegano dal sindacato - significa solo alimentare un vergognoso teatrino mediatico sulle spalle dei lavoratori, identico a quello degli esodati. E' ora di smetterla e di concentrarsi seriamente sui temi della crescita".