Fisco, crollano le nuove partite Iva: aprile a -25,8%
Tra le nuove "ditte" una su due fa capo a giovani Under 35, unica classe dʼetà in aumento
Nello scorso mese di aprile sono state aperte 46.337 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese del 2011 si registra una flessione del 3% mentre, rispetto al mese precedente, il calo è pari al 25,8%. Lo comunica il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. Il 51,3% delle "ditte" si deve a giovani fino a 35 anni e tale classe di età è anche l'unica in aumento rispetto al corrispondente mese del 2011: +13,6%.
Partite Iva "personali", società di capitali ai minimi termini
La distribuzione per natura giuridica delle partite Iva
conferma la netta preponderanza delle persone fisiche rispetto alle aziende nelle
aperture di partita Iva (siamo al 77%) e, tra le altre forme
giuridiche, le società di capitali si attestano al 14,8%.
Confrontando tali dati con il corrispondente mese del 2011, si
nota poi che sono sempre le persone fisiche a sostenere
l'andamento generale, poiché il loro lieve aumento (inferiore
al 2%) attenua il sensibile decremento di aperture che riguarda le
forme societarie.
Considerando la ripartizione territoriale delle aperture, il
42,5% si è verificato al Nord, il 22,6% al Centro, il 34,9%
al Sud e nelle Isole; il confronto con aprile 2011
mostra flessioni più o meno marcate al Centro-nord, con alcune
eccezioni (Val d'Aosta e Umbria), mentre al Sud gli aumenti in
Puglia e Sicilia riescono a bilanciare il calo delle altre
regioni.
Iva, al commercio la parte del leone
La classificazione per settore produttivo evidenzia che il
commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di
partite Iva: il 22,1% del totale, seguito dalle attività
professionali con il 14,7%. Nel complesso, al gruppo dei servizi
appartiene il 50,5% delle aperture totali, con un calo, rispetto
all'aprile 2011, dell' 1,2%; considerando i macrosettori
produttivi, solo quello agricolo mostra un aumento di aperture
(+4,5%), mentre l'industria accusa, ancora, la diminuzione
maggiore (-8,9%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso
risulta stabile, con i maschi cui appartiene il 65% di aperture di
partite Iva.