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La rivolta contro il lavoro gratis parte dai blog

Lʼiniziativa si chiama "no free jobs" ed è il secondo argomento su Twitter, in Italia

Dal Web

No free jobs, questa la campagna lanciata dal blog di Mattia Marasco, Wikiculture contro le migliaia di annunci che, su Internet, promettono “esperienze” nel settore dell'editoria digitale, senza che neanche un euro finisca nelle tasche di aspiranti giornalisti e copywriter.

Tutto è partito dal post firmato da Stronco intitolato “Caro blogger, tu scrivi 40 pezzi, io ti pago 20 euro al mese”.

Il post racconta una storia abbastanza comune tra chi cerca di entrare nel favoloso mondo di Internet. L'aspirante copy/giornalista, mediamente, si imbatte in un annuncio dove viene, magari, esaltata la serietà del progetto editoriale e le ampie prospettive di sviluppo professionale che vengono offerte. Peccato che, nella migliore delle ipotesi, il blogger venga pagato 50 centesimi al pezzo, meno di un caffè.

Una volta pubblicato il post, su Twitter l'hashtag #nofreejobs è diventato il secondo in Italia, segno di una grande frustrazione da parte di molti giovani che vedono il proprio futuro nelle professioni dell'editoria digitale, ma che vorrebbero uno stipendio per realizzarlo.