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Affitto breve, il Pirellone vara la nuova legge: regole certe e poca burocrazia

Passa in Regione Lombardia il codice del settore, sulla spinta dellʼevento Expo. I privati possono gestire strutture ricettive. Niente più obbligo di farlo in forma di impresa. Ma resta il nodo fisco

storia expo esposizioni universali
ufficio-stampa

L'affitto a breve termine ha finalmente il suo "codice".

A dire il vero si tratta di un

regolamento "locale", fatto e sottoscritto in Regione Lombardia

. Ma è un primo tassello importante, che potrebbe normare un settore in cui fino ad oggi vigono disordine e fai-da-te. L'

evento Expo ha sicuramente dato un forte impulso

all'intervento legislativo. E adesso c'è un significativo punto di partenza: la legge è infatti arrivata al termine del suo iter al Pirellone. Dopo il via libera in commissione Attività produttive prima, ha ricevuto anche l'ok definitivo in Consiglio. Il testo è stato votato dalla maggioranza con 40 voti a favore, 26 i voti contrari espressi dai gruppi di minoranza.

Affitto breve, il Pirellone vara la nuova legge: regole certe e poca burocrazia

Il settore, grazie anche alla spinta data dall'Esposizione universale alle porte di Milano, è in gran fermento. L'Italia è il terzo paese al mondo per numero di visitatori dopo Stati Uniti e Francia. Questo significa che ci sono potenzialità di business assolutamente interessanti per operatori e privati cittadini, ma anche per lo Stato. Basta pensare che AirBnb, una delle tante società che pubblicizza immobil per l'affitto a breve termine in molti Paesi nel mondo, nell'ultimo anno soltanto in Italia è cresciuta del 948%.

"Finalmente la legge dice che possono esistere e funzionare

case e appartamenti vacanze

(Cav) non imprenditoriali - dicono a Rentopolis, società di gestione di appartamenti per brevi periodi e che offre servizi a proprietari di case interessati al servizio dell'affitto a breve termine -. La nuova norma dice che, accanto agli alberghi, possono esistere strutture ricettive non alberghiere gestite da privati. Ed è questa la vera novità, perché le Cav fino ad oggi erano previste solamente come attività imprenditoriale". In sostanza, chi aveva più di tre appartamenti da mettere in locazione doveva farlo in

forma d'impresa

. Il testo in fase di approvazione introduce le Cav non imprenditoriali, permettendo ai privati che hanno la disponibilità fino a tre appartamenti di gestirli senza necessità di essere un'impresa.

"Ci sono requisiti da rispettare - spiegano a Rentopolis -, garantiti da un preciso regime sanzionatorio, e tutele ben definite per gli ospiti, dall'obbligo di pagamento della tassa di soggiorno ai Comuni, a quello di stipulare assicurazioni di responsabilità civile per qualsiasi evenienza. Chi intende offrire il short-term rent non dovrà più destreggiarsi in un sottobosco di codicilli più o meno disordinati, ma avrà una strada ben precisa da seguire".

Parola d'ordine: semplificare

- Si comincia con la cosiddetta

Scia, cioè la dichiarazione di inizio attività

, semplificata al massimo per favorire i privati. Di fatto è una semplice comunicazione, con i documenti previsti che certifichino gli standard qualitativi richiesti di igiene, abitabilità, servizi, e che comunichino prezzo minimo e prezzo massimo richiesto: il tutto almeno in due lingue a garanzia di chi utilizzerà la struttura. Previsti poi gli oneri di pubblica sicurezza: chi mette a disposizione camere o case è cioè obbligato ad avvisare la questura, denunciando tutti gli ospiti.

Insomma, la nuova legge stabilisce una serie di paletti per l'attività, contro cui fino ad oggi gli operatori professionali del settore si sono schierati apertamente definendola "concorrenza sleale". Il fenomeno viene insomma giuridicamente inquadrato e l'

affitto a breve termine può ora essere effettuato nella piena legalità.

"E' vero che oggi chi affitta camere o case a breve termine spesso lo fa senza rispettare alcuna disposizione normativa e fiscale, non comunica dati alla Pubblica Amministrazione, non ha norme di sicurezza nè assicurazioni. Presto la situazione nel nostro Paese potrebbe diventare come è da tempo in Germania, in Olanda, recentemente in Catalogna (Spagna) e in molti altri Paesi europei e non solo".

Il nodo fiscale: cedolare secca la formula giusta?

- Certo, resta il nodo di una legge a livello nazionale che normi la situazione anche da un punto di vista fiscale, dal momento che la Regione non può legiferare in questo senso. "L'ideale secondo noi - dicono a Rentopolis - è che si riconosca un'i

mposta analoga alla cedolare secca,

con la possibilità per chiunque eserciti l'attività di

short term renting (gestori o privati)

di beneficiare della stessa

agevolazione riconosciuta per la locazione tradizionale (quattro anni più quattro)

, ovvero

senza cumulare i redditi

; la vera partita si giocherà a livello nazionale, perché il consentire di beneficiare di una imposta fissa, anche tramite una trattenuta alla fonte operata dai gestori o addirittura dai siti di listing (di cui AirBnb è solo uno dei tanti esempi), non solo permetterebbe di regolarizzare fiscalmente un mercato già ampiamente sviluppato e capillare nel nostro Paese, ma andrebbe a beneficio di tutti, in primis del turismo in Italia".