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Ocse: in Italia la povertà avanza In 5 anni reddito sceso di 2.400 euro

La riduzione del guadagno delle famiglie è il doppio di quello dellʼarea euro e punisce soprattutto i giovani. Ma le riforme del welfare, dicono a Parigi, vanno nella direzione giusta

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Il reddito annuale della famiglia media italiana è calato di 2.400 euro tra il 2007 e il 2012. A rendere noto il dato è il rapporto annuale sugli indicatori sociali redatto dall'Ocse, secondo cui il calo corrisponde al doppio della media della zona euro (1.100 euro). Per l'organizzazione la perdita di reddito è legata al "deterioramento del mercato del lavoro,soprattutto per i giovani".

Bene le riforme del welfare - In questa situazione difficile, dagli esperti di Parigi arriva però anche un messaggio di speranza. All'Ocse dicono infatti che il nostro Paese era arrivato alla crisi finanziaria "con un sistema di previdenza sociale scarsamente preparato" al boom di povertà e disoccupazione, ma aggiunge anche che "le recenti proposte di riforma del mercato del lavoro e l'estensione del sistema di previdenza sociale rappresentano degli importanti passi nella giusta direzione". Lo scrive l'Ocse.

Puniti i giovani - A soffrire sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 25 anni: per loro, tra il 2007 e il 2010, il tasso di povertà è infatti cresciuto di tre punti percentuali, arrivando al 15,4%, e quello degli under 18 è salito di due punti, raggiungendo il 17,8%. Giovani e giovanissimi sono così diventati le fasce d'età con il tasso di povertà più elevato, davanti ai quarantenni (13,4%) e agli over 75 (11,7%). Un trend che, secondo gli esperti Ocse, si confermerà anche per i prossimi anni.

Il dramma che stanno vivendo i giovani viene fotografato anche nella percentuale di Under26 che fanno parte della categoria dei Neet, cioè quelli che sono disoccupati o inattivi senza essere impegnati in attività di educazione o formazione: il loro numero è infatti cresciuto di 5 punti tra il 2007 e il 2012, arrivando a quota 21,1%. Un dato che risulta il terzo tra i Paesi aderenti all'organizzazione, dopo Turchia (26,7%) e Grecia (27,3%).

Quindici italiani su cento senza reddito da lavoro - Dalla ricerca, risulta poi che tra il 2012 e il 2013 il 15% degli adulti in Italia vive in una famiglia che non percepisce alcun reddito da lavoro. Nel 2007 la stessa percentuale si fermava al 12,4%. Il nostro Paese è il quartultimo dell'area Ocse per tasso di occupazione, con il 55,5%. Peggio di noi solo Spagna (54,3%), Turchia (49,7%) e Grecia (49,2%).

Il ritratto del Paese è ulterioremnte preoccupante anche per l'impatto importante sulla vita delle persone da parte della "debole protezione per chi ha problemi lavorativi": nel 2011, il 13,2% ha dichiarato di non potersi permettere di comprare cibo a sufficienza (contro il 9,5% nel 2007) e il 7,2% di aver rinunciato a far ricorso a cure mediche per motivi economici.

Un sistema che rende i poveri sempre più poveri - Quanto infine alla situazione delle garanzie sociali, l'Ocse scrive che, con il sistema attuale, "meno di 4 disoccupati su 10 ricevono un sussidio", e l'Italia è la sola in Europa insieme alla Grecia a non avere "un comprensivo sistema nazionale di sussidi a basso reddito". C'è quindi il rischio che "le difficoltà economiche e le disuguaglianze diventino radicate nella società".

Uno degli effetti di questa "mancanza di un efficace sistema di previdenza sociale", dice ancora l'Ocse, si riscontra nella distribuzione della perdita di reddito tra le diverse fasce della popolazione. Tra il 2007 e il 2010, il 10% più povero ha perso in media il 6% all'anno del proprio reddito disponibile, mentre il 10% più ricco ha perso solo l'1%.