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Mutui, l'Abi vede la luce: "+26,5% in 4 mesi, siamo a un punto di svolta"

Lʼassociazione bancaria si mostra cautamente ottimista dopo la diffusione dei dati del primo quadrimestre 2014. Si assesta il calo dei prestiti, sofferenza ancora in volo

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Nei primi quattro mesi dell'anno, le nuove erogazioni di mutui per l'acquisto di abitazioni sono salite del 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2013 quando registrarono un calo annuo del 14,7%. Lo rende noto l'Abi, confermando la ripresa dei mutui sulla casa e parlando di un "micro barlume di luce". Si assesta invece il calo dei prestiti bancari, che a maggio hanno segnato una lieve contrazione su base annua, pari al 2,9%.

"Punto di svolta dell'andamento economico" - L'Associazione bancaria italiana commenta ottimismo, seppur cauto, i dati sui mutui: "Dai dati di maggio emergono sia segnali di luce sia segnali di ombra che mostrano che probabilmente stiamo attraversando il punto di svolta dell'andamento economico. C'è qualche elemento di inversione, mentre prima eravamo in totale assenza di luce".

Nel periodo gennaio-aprile il campione di 83 banche preso in esame dall'Abi ha registrato nuove erogazioni di mutui per 7,3 miliardi di euro (+26,5%), contro i 5,8 miliardi di euro dello stesso periodo di un anno fa, quando i nuovi mutui fecero segnare il calo del 14,7% rispetto a un anno prima.

Si assesta il calo dei prestiti - Nel mese di maggio il complesso dei finanziamenti ha segnato una lieve contrazione su base annua, pari al 2,9% a 1.837,4 miliardi di euro, la stessa di aprile. Il calo si confronta al picco negativo di -4,5% di novembre 2013. I finanziamenti a famiglie e imprese sono scesi del 2,1% (a 1.424 miliardi di euro), lo stesso valore di aprile.

Sofferenze ancora in volo - Continua a crescere, invece, la rischiosità dei prestiti in Italia. Ad aprile le sofferenze lorde sono salite a 166,4 miliardi dai 164,6 miliardi di marzo. Il rapporto tra sofferenze lorde e impieghi si è attestato all'8,8% e ha raggiunto il 14,9% per i piccoli operatori economici, il 14,2% per le imprese e il 6,5% per le famiglie. Le sofferenze nette sono salite dai 75,7 di marzo a 76,7 miliardi in aprile.