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Un gatto nero e disabile contro i pregiudizi della società moderna: ecco Milo, il gatto che non sa saltare

Costanza Rizzacasa dʼOrsogna realizza una favola moderna per far riflettere grandi e piccoli

Milo è un gatto disabile, mezzo matto, poco socievole, graffiante e...

nero. Stiamo quindi parlando di un animale molto sfortunato. E invece no, la storia di Milo è tutto fuorché qualcosa di nefasto. E ce lo spiega con grande delicatezza la sua mamma (non padrona), Costanza Rizzacasa d'Orsogna, nel suo primo romanzo "Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare" (Ugo Guanda Editore, pp 108, € 13,00). Milo non è solo un gatto, Milo è un migrante in fuga dalla Siria, Milo è una mucca che non vuole andare al macello, Milo è l'astice fuggito dalla pentola dove doveva morire (lasciandoci però una chela).

Un gatto nero e disabile contro i pregiudizi della società moderna: ecco Milo, il gatto che non sa saltare - foto 1
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Un gatto che riesce ad accompagnare grandi e piccoli a comprendere come i pregiudizi siano il cancro della nostra società. Milo è disabile o meglio, è diverso. Soffre di una sindrome neurologica chiamata ipoplasia cerebellare che gli impedisce di saltare (da qui il titolo del libro) e lo fa camminare a zig-zag. E' buffo sì, ma soprattutto è un combattente: non si arrende mai.

La favola di Milo vuole insegnare a trasformare le fragilità in forza, sorridendo ma anche riflettendo. Un gatto che non sa saltare non si è mai visto, ma ciò non vuol dire essere diversi, anzi, vuol dire essere speciali.

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