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Roberto Emanuelli, popstar della letteratura: "Nei miei libri c'è la vita vera"

Eʼ uscito "Buonanotte a te", il nuovo libro dellʼautore romano diventato un punto di riferimento per moltissimi giovani. Tgcom24 lo ha intervistato

Roberto Emanuelli, popstar della letteratura:
ufficio-stampa

Con i suoi primi due romanzi ha superato le 150mila copie vendute diventando un caso editoriale.

Dopo il successo di "E allora baciami" (2017), in corso di pubblicazione in Spagna e America Latina, Roberto Emanuelli è tornato con "Buonanotte a te" (Rizzoli). E se la critica a volte non è benevola non importa: "Per molti essere pop è una cosa negativa - dice a TgCom24 -. Amo veicolare i miei contenuti a più persone possibili, è bello essere pop".

Come tante altre, anche la sua storia è partita dalla Rete. Prima di essere scoperto Roberto Emanuelli ha bussato alle porte di grandi editori ricevendo tanti no. In un caso dallo stesso editore che poi, una volta arrivato il successo, è tornato sui propri passi ingaggiandolo nella propria scuderia. Il risultato è che con due libri che parlano d'amore con una forma pop e semplice, "Davanti agli occhi" e "Allora baciami", Emanuelli è diventato un fenomeno, punto di riferimento per migliaia di giovani, che lo seguono sui social, condividono frasi estrapolate dai suoi libri e, spesso, quelle stesse frasi arrivano a tatuarsele sul corpo, a sancire il fatto che per loro sono vere massime di vita.  

Cosa si prova a diventare un caso letterario?
E' qualcosa che ti catapulta in una dimensione inaspettata. Stupore, felicità, paura che possa finire con il botto. Poi si crea l'aspettativa. Dopo i due primi libri ho avvertito molta responsabilità anche perché nel frattempo hanno ripubblicato, dopo il successo del secondo, "Davanti agli occhi".

Quando la Rizzoli è tornata sui propri passi dopo averti scartato, non ha avuto la tentazione di fare un po' il prezioso...?
Sinceramente no. Intanto parliamo del primo gruppo editoriale italiano e sarebbe stato stupido da parte mia. E poi devo dire che loro sono stati molto umili, hanno chiesto scusa ammettendo di essersi sbagliati.

Dopo il successo di "Allora baciami" nello scrivere il nuovo libro si è sentito sotto pressione?
Più che altro mi ha creato qualche problema la ripubblicazione di "Davanti agli occhi" . E' molto diverso dal secondo. Sapevo che era giusto quando lo avevo scritto, figlio di un periodo pieno di buio, dolore e depressione. Ripubblicarlo dopo l'altro è stato difficile. Ho avuto paura di perdere il contatto. Avevo l'ansia che la gente non capisse: "Chi sei veramente? Il primo o il secondo?". 

Ha un rapporto costante con i suoi fan tramite i social: questo influenza i contenuti dei suoi romanzi?
Faccio tante presentazioni, gestisco i miei social. E' un'operazione di dare e avere. Tante volte è inconscio. Io mi impegno per scrivere il miglior romanzo possibile. Alla fine provo ad analizzarlo e a capire quanto possa essere stato influenzato. Io ci metto la mia vita. Se metto un dialogo di whatsapp non "giovanilismo", ma realismo. Se sono influenzato è in modo inconscio, non certo per un atto di piaggeria nei confronti dei miei lettori: il successo comunque è impossibile da scrivere a tavolino. 

Come reagisce all'idea che i ragazzi e le ragazze si tatuino frasi dai suoi libri?
All'inizio avevo un po' di ansia. Addirittura qualcuno mi chiedeva la grafia precisa per tatuarsi come se lo avessi scritto io, ma ho sempre risposto di no. Poi ho capito che quando qualcuno produce qualcosa e lo veicola verso l'esterno avviene un passaggio: quelle parole non sono più solo tue, anzi... I ragazzi fanno quello che vogliono con i loro sentimenti. 

Come spesso accade in casi come il suo, al grande successo di pubblico corrisponde un certo snobismo da parte della critica: come vive questa situazione? 
Amo essere pop, per me non è una cosa negativa. Non sono quel tipo di autore che vende tanto ma che in realtà rosica perché ambirebbe al plauso della critica e dell'intellghentia e a ricevere premi di nicchia. Amo veicolare i miei contenuti a più persone possibili. Una cosa pop non è per forza brutta così come non è detto che una cosa di nicchia debba essere per forza bella.