Museo Civico Villa dei Cedri
D.Morelli_Bagno Pompejano, part._1861 © Ufficio stampa
La prestigiosa collezione di Eugenio Balzan 1944-2012, normalmente non visibile al pubblico, ritorna a Bellinzona dopo circa settant’anni di assenza. Al centro dell’esposizione una quarantina di dipinti del naturalismo pittorico del secondo Ottocento italiano. Vertici assoluti della pittura dell’epoca che documentano le vicende collezionistiche di un protagonista del giornalismo italiano e di un personaggio di spicco dell’ambiente intellettuale e culturale milanese di inizio ‘900.
La mostra racchiude dipinti di assoluta qualità artistica. Ai capolavori di Domenico Morelli, quale Bagno Pompejano e La sultana che torna dal bagno, fa da contraltare un insieme di opere che rappresentano punte di eccellenza per ognuna delle varie “scuole” scelte da Balzan.
Curata da Giovanna Ginex, storica dell'arte, e da Anna Lisa Galizia, conservatore del Museo Villa dei Cedri, la mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Internazionale Balzan e al contributo della Cornèr Banca di Lugano. Istituto di credito svizzero impegnato sin dalla fondazione (1952) nel campo della cultura e dell’arte.
Eugenio Balzan, approdato al Corriere della Sera nel 1897 come correttore di bozze, e ben presto interprete di una brillante carriera che lo porta a diventare giornalista di punta e poi autorevole amministratore e azionista del quotidiano milanese per oltre trent’anni, frequenta gli esponenti più rappresentativi del vivace ambiente culturale dell’epoca. Nutrito dalla passione collezionistica di esponenti dell’imprenditoria e delle professioni come i fratelli Bernasconi, i Frugone, gli Jucker, Gaspare Gussoni, Giuseppe Ricci Oddi, Paolo Giannoni, Gaetano Marzotto, Angelo Rizzoli, e dall'amicizia con i Morbio e i Crespi - primi proprietari del Corriere - Balzan alimenta e approfondisce il suo interesse per l’arte. Una passione che dagli anni venti agli anni trenta del Novecento sfocia nella formazione di una raccolta che si è orientata, secondo i criteri del collezionismo borghese dell’epoca, verso le “scuole regionali” di fine Ottocento. Guidato nelle sue scelte dalla più affermata critica d’arte coeva, acquista le opere degli artisti di punta a cavallo tra il XIX e il XX secolo, con una particolare preferenza per gli ambiti pittorici del naturalismo e i temi della pittura di genere e del paesaggio.
Nella mostra i lombardi Mosè Bianchi, Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous e Gaetano Previati, dialogano con il piemontese Alberto Pasini, i veneti Giacomo Favretto, Luigi Nono ed Ettore Tito, i toscani Giovanni Fattori e Plinio Nomellini. Arricchiscono e completano la rassegna le opere dell’emiliano Antonio Fontanesi, i napoletani Edoardo Dalbono, Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti, Federico Rossano e Gioacchino Toma.
La mostra oltre a ricostruire cronologicamente la genesi e la formazione della collezione, ricompone il contesto storico, sociale e culturale tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento a cui si aggiunge un rinnovato legame dell’Italia con la Svizzera; una relazione che ha contraddistinto la storia e la vita del collezionista. Nel 1933, infatti, in aperto dissenso con il regime fascista e per difendere l'indipendenza del Corriere, Balzan si trasferisce a Lugano dove già soggiornava per lunghi periodi. Successivamente, preoccupato per gli esiti del secondo conflitto mondiale, riesce a spostare anche la sua raccolta. Nel 1944 il territorio elvetico diviene anche la sede in cui si tiene un'importante mostra itinerante, intitolata Pitture italiane dell’Ottocento, che include ben quarantuno opere della raccolta di Balzan. Inaugurata al Kunsthaus di Zurigo, l’esposizione nello stesso anno è stata presentata al Palazzo Comunale di Bellinzona e al Kunstmuseum di Berna.
La rassegna attualmente allestita a Villa dei Cedri vuol essere anche un omaggio alla prima esposizione della raccolta in Svizzera, allora organizzata da Giuseppe De Logu, storico dell'arte, futuro direttore dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, esule in Svizzera dagli anni trenta fino alla fine della guerra e grande amico di Eugenio Balzan. De Logu decise di affiancare alle opere della Raccolta una scelta di dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private del Canton Ticino. A ricordo di questo particolare allestimento, la nuova mostra propone anche i dipinti esposti nel '44 di proprietà del Museo Vincenzo Vela di Ligornetto e del Museo della Città di Lugano.
Nel 1948 Balzan decide di rientrare in Italia e avvia le lunghe pratiche per riportare in Patria le sue opere. Muore nel 1953 senza vedere il suo sogno realizzato. Sarà la figlia Lina a concretizzare i propositi paterni quando nel 1956 riesce a riportare le opere a Milano, per poi dare vita alla Fondazione Internazionale Premio Eugenio Balzan con sede nel capoluogo lombardo e a Zurigo. Scopo della Fondazione è di incoraggiare nel mondo la cultura, le scienze e le più meritevoli iniziative umanitarie, di pace e di fratellanza fra i popoli. Vi provvede tramite l’assegnazione dei “Premi Balzan”. Attualmente si tratta di 4 Premi annui dell’ammontare di 750.000 franchi l’uno, di cui la metà i premiati devono consacrare a progetti di ricerca che coinvolgono giovani ricercatori.
© Ufficio stampa
F. Palizzi Fanciulla sulla roccia a Sorrento 1871_Courtesy Arch. fotografico Cornèr Banca , Lugano
Catalogo: Skira 2012
Ingresso: biglietto normale chf 8.- / eur 6.00 - ridotto chf 5.- / eur 4.00
Orari Museo:martedì - venerdi 14:00 -18:00 - Sabato, domenica e festivi 11:00 - 18:00 - lunedì chiuso
Aperture serali:fino alle ore 20.00 il primo giovedì di ogni mese
Domeniche al museo:ogni domenica alle ore 11 visita guidata alle mostre gratuita con l’acquisto del biglietto d’ingresso
Visite guidate: Sabato 13 e 27 ottobre, ore 17.00: incontro con Renata Broggini, ricercatrice, autrice delle biografia di Eugenio Balzan
Sabato 20 ottobre, 1° dicembre, 12 gennaio, ore 17.00: visita guidata con le curatrici
Animazioni:per scolaresche e visite guidate su richiesta.
MUSEO CIVICO VILLA DEI CEDRI
Piazza San Biagio 9
6500 Bellinzona (CH)
Tel. + 41 (0)91 821 85 20 - museo@villacedri.ch - www.villacedri.ch