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Alfonso Signorini: "Vi mostroL'altra parte di me e la mia fame di vita"

Il direttore di "Chi" ripercorre la strada fatta: dal rapporto coi genitori agli incontri vip, dallʼamicizia con Berlusconi fino al rapporto con Renzi

alfonso signorini
ufficio-stampa

La vita di Alfonso Signorini non è stata sempre nel segno delle riviste patinate e delle luci dei talk show.

Dopo aver trascorso tre quarti della sua esistenza a scrivere delle vite degli altri, arrivato a cinquant'anni il

direttore di "Chi"

apre le porte della sua vita privata al racconto per far rivivere i volti delle tante persone che lo hanno accompagnato nel suo cammino fino a oggi. L'autobiografia che pubblica per

Mondadori

si intitola

L'altra parte di me

(180 pagine, 18 euro).

Dal rapporto coi genitori alle storie d'amore, dai grandi incontri con i personaggi dello spettacolo, come

Pavarotti

,

Mastroianni

e

Fellini

, alla politica e ai salotti vip, l'amicizia con

Berlusconi

e il rapporto con

Renzi

, senza trascurare i momenti di dolore che hanno segnato ma anche rafforzato il suo percorso e la sua persona.

Tanti i racconti, le rivelazioni e le sorprese di questa autobiografia. Come il suo legame con il

Cardinal

Martini

, conosciuto al

Leone

XIII

, prestigioso istituto di Milano gestito dai Padri Gesuiti dove Alfonso Signorini ha iniziato a lavorare come

insegnante

di

lettere

. Le sue lectiones lo avevano profondamente colpito e da allora sono rimasti sempre in contatto.

“Quando ho deciso, non senza profondi dissidi interiori di vivere liberamente e di non reprimere più la mia omosessualità, ho chiesto aiuto a Carlo Maria Martini. Conservo alcune sue lettere: contengono tutte un incoraggiamento a vivere con naturalezza e pienezza ciò che avevo maturato nel corso del tempo. Una testimonianza preziosa di come la Chiesa si ispiri all'accoglienza e non alla chiusura, anche in una materia tanto delicata e complessa come questa. Quando quest'anno ho sentito pronunciare da

papa

Francesco

parole importanti come “Chi sono io per giudicare un gay?”, ho sorriso. Perché queste stesse parole “rivoluzionarie” mi erano state rivolte anni prima dall'Arcivescovo di Milano. “Alla fine della nostra esperienza terrena conterà solo quanto siamo stati capaci di amare”: l'ultima lettera che mi scrisse, quattro mesi prima della sua morte, si conclude così e io la considero come una sorta di testamento spirituale, uno dei regali più preziosi che i miei padri Gesuiti, di cui Carlo Maria Martini è stato figlio, mi hanno lasciato.”

Un'autobiografia

che è racconto di vita e insieme consapevolezza di essere un uomo fortunato: “Grazie alla

fame di vita

, che non mi ha mai abbandonato, ho potuto superare

dolori

,

perdite

e

sconfitte

con il

sorriso

. Grazie a un'innata

curiosità

ho conosciuto persone, ho vissuto situazioni, ho condiviso emozioni che non mi sarei mai immaginato. Grazie al mio animo di bambino che si rifiuta ostinatamente di crescere, mi sono risparmiato le noie della burocrazia, lo squallore dei compromessi, l'aridità dei sentimenti. Per questo attendo fiducioso ciò che Dio mi concederà. Perché sempre continuerò ad affrontare gli inevitabili dolori con

ottimismo

e a gustarmi le

gioie

senza paracadute. Perché non mi stancherò mai di guardare alle persone con fiducia e di credere nella magia del Natale. Su e giù per la vita. Fino all'ultimo respiro.”

Alfonso Signorini

si è laureato in Filologia Medioevale all'Università Cattolica di Milano. È direttore di “

Chi

”. Con Mondadori ha pubblicato: Il Signorini (2006), Troppo fiera, troppo fragile. Il romanzo della Callas (2007), Chanel. Una vita da favola (2009), Marilyn. Vivere e morire d'amore (2010) e Amore, folle amore (2013).


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