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Vaccini, il governo valuta il ricorso contro la decisione del Veneto

Il decreto regionale prevede una moratoria fino al 2019. Il presidente della Conferenza delle Regioni: "Disposizione incomprensibile"

Vaccini, il governo valuta il ricorso contro la decisione del Veneto - foto 1
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Il governo potrebbe impugnare il decreto della regione Veneto che lunedì, sul tema dei vaccini, ha deciso di applicare una moratoria fino al 2019.

In queste ore è allo studio un dossier per iniziare l'iter del ricorso al Tar. Secondo la legge regionale veneta, ci sarà tempo fino all'anno scolastico 2019-2020 per presentare la documentazione per i bimbi da zero a sei anni ed evitare la decadenza dell'iscrizione dagli asili nido e infanzia.

Il principio cardine su cui farà leva l'impugnazione è che sebbene la sanità sia una materia in gran parte concorrente, cioè di competenza sia delle Regioni che dello Stato, la salvaguardia della salute è invece una competenza esclusivamente statale e quindi non è possibile che ci siano trattamenti e regole differenti a seconda degli orientamenti regionali.

Presidente Conferenza delle Regioni: "Decisione del Veneto incomprensibile" - "Ogni Regione ha una legittima autonomia. La decisione del Veneto è però per me totalmente incomprensibile", ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, in merito al decreto della regione Veneto. "Il governo - ha concluso - ha preso una decisione e ha fatto una legge".

Niente proroga in Lombardia - Niente proroga di 40 giorni per i bambini lombardi non vaccinati che frequentano gli asili: saranno allontanati dai nidi e dalle scuole di infanzia se i genitori non avranno presentato entro l'11 settembre la documentazione richiesta. I bambini allontanati potranno però accedere a un "Percorso formale di recupero dell'inadempimento" che, in 40 giorni, consentirà loro di mettersi in regola e riprendere la frequenza. E' quanto scritto in una lettera che l'assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera invierà nel pomeriggio ai ministri alla Salute Beatrice Lorenzin e all'Istruzione Valeria Fedeli, annunciando la firma di un decreto.