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Mose, Galan: "Io come Tortora, ma al carcere non mi sono mai rassegnato"

"Sono pronto ad appellarmi a qualunque cavillo per difendermi", dice lʼex governatore veneto a pochi giorni dal voto della giunta della Camera sul suo arresto

giancarlo galan mose
ansa

"Mi sento come Enzo Tortora. Come lui vengo accusato da persone assolutamente inaffidabili, che hanno degli interessi per agire come hanno fatto". Parola del deputato Giancarlo Galan (Forza Italia), che, a pochi giorni dal voto della giunta della Camera sul suo arresto afferma: al carcere "non sono mai rassegnato. Vorrei essere giudicato come un uomo. Non come il politico Giancarlo Galan, non come il fedelissimo di Berlusconi o l'amico di Dell'Utri".

Quanto alla sua decisione di appellarsi al decreto "svuota-carceri", dice in un'intervista a Repubblica: "Per difendermi mi appello a tutti i cavilli giuridici che trovo. Ma se avessi voluto trovare veramente una scappatoia, mi sarei candidato alle Europee".

"Sono vittima - continua l'ex governatore veneto - delle dicerie di tre persone", "Giovanni Mazzacurati, Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo. Belle persone, eh... hanno tutti già patteggiato la propria pena". "A loro i pm non hanno bloccato nessun bene, a me invece manca solo il carcere... ma ci riusciranno, lo so".

"Per la prima volta nella vita - continua l'ex governatore - sto prendendo dei sonniferi per dormire. Non per ansia, né per paura. Per la rabbia, il nervoso". E riflette sul comportamento del suo partito dopo le accuse che gli sono state rivolte: "Ci sono quelli che sono garantisti sempre, e quelli che lo fanno solo quando gli conviene. Mi sono stati accanto Capezzone, la Carfagna, la Giammanco, la Santanché. La Gelmini e Romani, invece, sono della seconda specie".