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Uber e Ncc, arriva la stretta del governo

Mettere in condivisione il proprio veicolo via app non sarà più remunerativo, mentre per le auto a noleggio scatta lʼobbligo di partire dalla rimessa

Uber e Ncc, arriva la stretta del governo

Arriva la stretta del governo su Uber e Ncc. In particolare, a far discutere sono alcune modifiche introdotte dal decreto sul settore degli autoservizi pubblici non di linea, come l’obbligo delle cosiddette auto a noleggio con conducente di partire dalla rimessa prima di andare a prendere i clienti (senza quindi poter accettare prenotazioni in marcia, come invece avviene con i tassisti). Novità assoluta anche l'emendamento presentato in Commissione Senato in fase di conversione del dl Semplificazioni (nel quale il decreto Ncc verrà "travasato") che riguarda il servizio di car sharing (quest'ultimo non sarà più remunerativo per chi decide di mettere in condivisione il proprio veicolo). Misura quest’ultima che rende impossibile l’attività di Uber e di tutti gli autisti che offrono servizi di trasporto pubblico attraverso app. A gettare critiche sul decreto è in primis l’Antitrust: "Il dl non aiuta i consumatori".

Nonostante le dure manifestazioni di piazza scatenate dal decreto annunciato a dicembre, il governo gialloverde ha confermato la stretta sugli Ncc. Prima di iniziare la corsa, i conducenti delle auto a noleggio dovranno compilare un foglio elettronico nel quale riporteranno targa del veicolo, nome del conducente, data, luogo e chilometri di partenza e arrivo, orario di inizio servizio, destinazione e orario di rientro, dati del fruitore del servizio. Inoltre, i noleggiatori potranno operare soltanto nel territorio provinciale del Comune dove hanno ottenuto la licenza.

Obbligo rientro in rimessa - Due le eccezioni all’obbligo di rientro in rimessa: quando nello stesso giorno ci sono più prenotazioni che impediscono il ritorno alla base e nel caso in cui, entro i 15 giorni precedenti dell’entrata in vigore della legge, gli Ncc abbiano firmato un contratto che impone condizioni diverse (contratti che potranno essere confermati per massimo due anni).

Altro provvedimento che sta facendo discutere è l’istituzione di un registro nazionale che cataloghi tutte le Ncc in circolazione. Fino a quando l’elenco non sarà completato, infatti, i Comuni non potranno concedere altre licenze.

Uber - Chi "mette in condivisione il veicolo di proprietà" anche attraverso "l’utilizzo di piattaforme digitali" può vedersi riconosciuto soltanto "un rimborso per le maggiori spese sostenute". È quanto previsto dall'emendamento al decreto legge sulle Semplificazioni, proposto tra gli altri da tre senatori dei Cinquestelle (Dessì, Garruti e Santillo). Questo perché il car sharing "non si configura come attività professionale o di impresa e non costituisce servizio di noleggio né di trasporto senza conducente”, quindi “non può essere previsto un corrispettivo con finalità di guadagno economico".

Le critiche al dl - Le modifiche introdotte dal decreto sul settore degli autoservizi pubblici non di linea "non sembrano andare del tutto nella direzione auspicata. Il mantenimento dei vincoli delle modalità di prenotazione dei servizi e le restrizioni territoriali dei servizi Ncc se uniti all'inutilizzabilità di fatto delle piattaforme tecnologiche e alla moratoria nel rilascio di nuove autorizzazioni può rendere sempre più difficile l'incontro di domanda e offerta e potrebbe avere l'effetto di reprimere il benessere dei consumatori finali con meno servizi e prezzi più elevati", ha dichiarato la presidente facente funzioni dell'Antitrust, Gabriella Muscolo, in audizione in commissione Trasporti della Camera. In questo quadro, l'Autorità "auspica una riforma organica del settore" che dia "pieno soddisfacimento alle emergenti nuove esigenze dei consumatori,dando loro la possibilità di beneficiare a pieno delle innovazioni tecnologiche e dei mutamenti dei servizi", ha continuato Muscolo aggiungendo che il modo migliore per affrontare questo fenomeno "e' una regolazione che risponda ai principi di interessi contrapposti e proporzionalità".

Nel settore degli autoservizi pubblici non di linea "serve una legislazione moderna ed efficace, nel decreto legge che risponde alla legittima esigenza di contrastare l'illegalità c'è una sproporzione tra lo strumento adottato e il risultato da ottenere, per colpire pochi illegali si impatta su tutta la categoria Ncc". Così il rappresentante di Uber in commissione Trasporti della Camera per un'audizione sul dl che punta a disciplinare questo settore. L'obbligo per gli Ncc di ritorno in rimessa su base provinciale "rischia di produrre la chiusura di migliaia di aziende, una procedura d'infrazione europea e un incremento dell'illegalità' per la scelta forzosa tra chiudere la propria attività per mancanza di introiti e l'essere sottoposti ad ammenda", continua Uber aggiungendo invece che il foglio di servizio elettronico "rappresenta un'opportunità', è lo strumento più efficace per combattere l'illegalità". Uber condivide le preoccupazioni del governo "e crediamo che una riforma del settore sia necessaria per contrastare l'abusivismo, il ritorno in rimessa non è però la soluzione, ma rischia di creare una crisi del settore, non a caso è stato abbandonato da diversi Paesi europei".

Le critiche al testo da parte delle Authority, delle associazioni dei consumatori e di quelle di categoria arrivano in occasione delle audizioni svolte in commissione Trasporti della Camera fra le proteste dell'opposizione - soprattutto del Pd - che contesta la volontà del governo di non procedere più con la conversione in legge del decreto ma con l'inserimento di queste misure nel dl Semplificazioni che è attualmente all'esame del Senato. A valutare positivamente il testo sono stati invece i sindacati dei tassisti. L'Ugl-Taxi ne auspica una rapida approvazione. La Uiltrasporti è favorevole al decreto, con la specifica richiesta che rimanga invariato. La pensa allo stesso modo anche la Fit-Cisl che approva l'equilibrio raggiunto sul principio di territorialità, mentre la Filt-Cgil ha un'unica preoccupazione: "che questo servizio non venga consegnato alle multinazionali e non sia dato in mano ai caporali, perché chi prende il pizzo sul lavoro di un tassista è un caporale". Per quanto riguarda le piattaforme tecnologiche, Mytaxi condivide a pieno la posizione dell'Antitrust sulla necessità di alleggerire la regolamentazione del settore.

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