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Tap, protesta contro il M5s in Salento: "Dimettetevi" | Bruciate tessere elettorali e foto di politici

"Questa terra non è in vendita", si legge su manifesti e striscioni. Salvini: "Bruciare bandiere non è soluzione". Conte: "Se dovete dare la colpa a qualcuno, datela a me"

Tap, protesta contro il M5s in Salento:
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Il movimento No Tap continua a protestare in Salento contro la costruzione del gasdotto trans-adriatico e chiede le dimissioni dei politici del M5s.

"Questa terra non è in vendita", si legge su manifesti e striscioni portati dagli attivisti sul lungomare di San Foca di Melendugno (Lecce) per manifestare contro il governo Conte. Alcuni dei presenti hanno bruciato le proprie tessere elettorali e le foto dei parlamentari del M5s eletti in Salento.

L'incontro è cominciato in ritardo a causa di un violento acquazzone abbattutosi alle 10 circa su San Foca. Il teatro della protesta è l'area antistante la Torre della marina di Melendugno, luogo simbolo delle battaglie dei No Tap.

Tra le effigi date alle fiamme, figura anche quella del ministro del Sud, Barbara Lezzi, e il simbolo del Movimento 5 Stelle. Gli attivisti hanno spiegato il loro gesto affermando di sertirsi "traditi" da coloro che aveva promesso in campagna elettorale che il gasdotto Tap sarebbe stato bloccato in due settimane, mentre ora il governo Conte ha ora avallato la costruzione dell'opera.

Il ministro Lezzi ha voluto rispondere ai contestatori e in particolare al sindaco di Melendugno, Marco Potì. "Le sue maniere da teppistello con le quali mi intima di non tornare lì non mi fanno paura - ha scritto su Facebook - perché non ho niente da temere". E ha poi aggiunto: "Non può dirmi dove andare, a casa mia ci torno quando e come voglio, perché non ho nulla di cui vergognarmi e vado a testa alta".

Sulle proteste è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, secondo il quale "il fuoco non è mai la soluzione, il fuoco e le minacce non sono mai le risposte a niente". Mentre il premier Giuseppe Conte, in una lettera aperta ai cittadini di Melendugno, si assume la responsabilità: "Ho detto l'altro giorno - scrive - che adesso è arrivato il momento di metterci la faccia e lo sto facendo io personalmente, a nome del governo. Mi dispiace, peraltro, che i parlamentari pugliesi siano stati criticati e contestati. Sono reazioni che mi sembrano a dir poco ingenerose. Sono stato personalmente testimone dell'appassionato e infaticabile impegno che hanno profuso, in tutti questi mesi, al fine di mantenere la parola assunta con i propri elettori. Se 'colpa' deve essere, attribuitela a me".