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Tangenti in Brianza: 28 arresti, anche politici | Dda: "Finanziamento illecito a esponenti di FI e a Fratelli d'Italia"

Sono 95 gli indagati accusati tra lʼaltro di associazione per delinquere aggravata dallʼaver favorito unʼassociazione di tipo mafioso. Il Gip: coordinatore provinciale della Lega sapeva di una nomina pilotata

Tangenti in Brianza: 28 arresti, anche politici | Dda:
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I carabinieri di Monza e la Gdf di Varese hanno eseguito in Lombardia e Piemonte 43 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere e 16 ai domiciliari, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda milanese su due gruppi criminali, operativi tra Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori.

Secondo i magistrati avrebbero pilotato la spartizione e l'aggiudicazione di gare per appalti pubblici.

"Finanziamenti illeciti a esponenti di Forza Italia e al partito FdI" - L'imprenditore arrestato Daniele D'Alfonso è la figura chiave dell'inchiesta: sarebbe stato lui "in maniera tentacolare" a corrompere vari esponenti politici al fine di ricevere appalti. Secondo l'indagine della Dda milanese, "in occasione della campagna 2018 per le consultazioni politiche e regionali", avrebbe corrisposto "sistematici finanziamenti illeciti a vari soggetti", tra cui Fabio Altitonante, consigliere lombardo di FI arrestato, Diego Sozzani, parlamentare di FI (chiesto l'arresto) e Angelo Palumbo, anche lui di FI, "nonché al partito 'Fratelli d'Italia'".

Gli indagati e le accuse - Le persone indagate sono in totale 95, accusate a vario titolo di associazione per delinquere aggravata dall'aver favorito un'associazione di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d'ufficio.

Le ordinanze restrittive - Delle 43 persone destinatarie delle ordinanze restrittive 12 sono finite in carcere, 16 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma. Di queste solo 9 sono accusate di associazione a delinquere. Sono duecentocinquanta i militari, tra carabinieri e finanzieri impegnati dalle prime luce dell'alba nell'esecuzione misure cautelari nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti.

Pm: "Tatarella a libro paga dell'imprenditore D'Alfonso" - Anche il consigliere comunale milanese e vice coordinatore lombardo di Forza Italia Pietro Tatarella, che risulta arrestato, sarebbe stato a "libro paga" di D'Alfonso, da cui avrebbe ottenuto 5mila euro al mese e in cambio l'avrebbe favorito negli appalti dell'Amsa, in particolare, e l'avrebbe introdotto in altri appalti a Varese e a Novara, dove sarebbe stato attivo il parlamentare di FI Diego Sozzari. 

Secondo gli investigatori, Tatarella avrebbe voluto mettere le mani sull'aerea dove sorgeva l'Expo. "Dove c'era l'Expo stiamo cercando di capire se riusciamo ad entrarci un po' pure noi". Così parlava il consigliere, intercettato nell'ambito dell'inchiesta della Dda. Per il gip, poi, c'è "un'ombra quanto mai allarmante sulle modalità con le quali" Fabio Altitonante, consigliere lombardo arrestato, "potrà gestire la delicatissima delega alla 'Rigenerazione e sviluppo dell'Area ex Expo'".

In un'intercettazione del 31 ottobre 2018 Tatarella, conversando con un imprenditore, "spende il nome della Ecol-Service qualificandosi come socio dell'impresa (in realtà egli figura unicamente come consulente con partita iva) e proponendogli una collaborazione". Ciò che rileva, riassume il giudice, è che il consigliere comunale "per mettere in evidenza le potenzialità della 'propria' impresa, sottolinea il suo ruolo di 'collettore' con il mondo istituzionale", dicendo: "Io su tutti i contatti diciamo legati all'istituzionale sono molto forte". E riferisce "di aver iniziato a lavorare per la multinazionale spagnola (Acciona Spa) presso la quale ha conosciuto il fornitore con il quale adesso lavora", ossia Daniele D'Alfonso, l'imprenditore arrestato.

Tatarella, prosegue il gip, "si avvale della sua funzione pubblica e delle relazioni esistenti con altri Pubblici Ufficiali per incamerare lavori con altre imprese, offrendosi, in caso di alleanze commerciali con questi ultimi, di svolgere anche nel loro interesse, operazioni di illecita intermediazione verso altri Pubblici Ufficiali, nel caso di specie, con l'amministratore delegato di AREXPO, sfruttando le relazioni effettivamente esistenti e accertate dalle intercettazioni". Un "affare", conclude il gip, quello dell'area ex Expo, che "coinvolge interessi economici di portata milionaria". 

Istigazione alla corruzione nei confronti di Fontana - Nell'inchiesta della Dda di Milano c'è anche un episodio di "istigazione alla corruzione", contestato all'ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese, Gioacchino Caianiello, nei confronti del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che è parte offesa e non risulta indagato. Da quanto emerso, il governatore non avrebbe denunciato l'episodio. Caianiello e il dg dell'ente Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale, nell'aprile 2018 avrebbero proposto a Fontana, "consulenze onerose in favore dell'avv. Luca Marsico, socio dello studio professionale Fontana-Marsico" in cambio della nomina, non avvenuta, di Zingale alla "direzione generale Istruzione Lavoro e Formazione della Regione". Breve il commento del governatore: "Non dico nulla, ho letto che io sono parte offesa. Quindi per rispetto della magistratura le cose che dovrò dire le dirò a loro".

I filoni dell'inchiesta - Sono diversi i filoni dell'inchiesta. Uno di questi riguarda gli appalti targati Amsa, l'azienda dei rifiuti milanese e parecchie partecipate pubbliche. Un altro, il filone varesino e che ha come personaggio principale l'ex coordinatore provinciale di Forza Italia Gioacchino Caianiello (anche lui tra i destinatari del provvedimento) riguarda il Piano di governo del territorio e le sue varianti. Ma per inquirenti e investigatori il personaggio principale dell'inchiesta rimane l'imprenditore Daniele D'Alfonso con la sua Ecol-Service, uno dei quali risponde dell'aggravante di aver favorito la 'Ndrangheta, in quanto con gli appalti ottenuti in cambio di tangenti avrebbe dato lavoro agli uomini della famiglia calabrese dei Molluso di Buccinasco.

Ed è lui che, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, attraverso fittizie consulenze e altre utilità, avrebbe "ricompensato" Tatarella con cui, come emerge dalle intercettazioni, si sarebbe incontrato da Berti, il ristorante milanese non molto lontano dagli uffici della Regione e già venuto a galla in molte indagini milanesi, e che ora nel linguaggio degli indagati è diventato "la mensa dei poveri", definizione che ha dato il nome all'indagine della Dda.

D'Alfonso: "Ho pagato 100mila euro e sto lavorando" - "Mi ha fatto dieci cose per centomila, ok e sto guadagnando". Lo ha affermato, in un'intercettazione, l'imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali D'Alfonso mentre parlava di una presunta tangente da 100mila euro in favore di Mauro De Cillis, responsabile operativo di Amsa, l'azienda milanese di servizi ambientali, finito in carcere. Nell'inchiesta sono stati arrestati anche i vertici di altre società partecipate, come Prealpi servizi e Alfa srl.

Gip: "Coordinatore della Lega seppe di una nomina pilotata" - Gioacchino Caianiello riguardo alla nomina "pilotata" di Davide Borsani come dirigente della società a totale partecipazione pubblica Alfa di Varese "confessa (...) che la stessa è frutto di un accordo politico preventivo, di cui asserisce di aver reso edotto anche il coordinatore provinciale della Lega Matteo Bianchi". Lo scrive il gip Raffaella Mascarino nella sua ordinanza di custodia cautelare secondo quanto affermato da Caianello in un'intercettazione.

Richiesta di arresto alla Camera per Sozzani (Forza Italia) - C'è anche una richiesta di autorizzazione inviata alla Camera dei Deputati per l'arresto per finanziamento illecito del parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani. "Non appena avrò letto le carte, parlerò con la mia capogruppo alla Camera e poi con il coordinatore regionale e mi sospenderò da ogni incarico. Non solo, ma se scoprissi che ci fosse anche solo un'ombra, mi dimetterò immediatamente da deputato", ha dichiarato Sozzani.

"Tangente da 10mila euro a Sozzani" - Diecimila euro: questa l'entità del finanziamento elettorale illecito che sarebbe stato ricevuto da Diego Sozzani. Il denaro, secondo la ricostruzione degli inquirenti, proviene da Daniele D'Alfonso: l'imprenditore, in vista delle elezioni del 2018, si mosse per "cogliere l'opportunità - scrive il gip nell'ordinanza di custodia - di sovvenzionare i candidati come investimento finalizzato all'espansione della propria attività imprenditoriale". In questa chiave prese contatti con Sozzani (all'epoca consigliere regionale in Piemonte) e il 22 marzo 2018, dopo le elezioni, versò la somma con un bonifico mediante il pagamento di una falsa fattura redatta da una società terza.

"Altri tre novaresi coinvolti, c'è anche il 'collettore'" - Oltre al deputato Diego Sozzani Ci sono altri due novaresi coinvolti nell'inchiesta: si tratta di Andrea Gallina, amministratore delegato dell'azienda pubblica Acqua Novara Vco, e Mauro Tolbar, di Divignano, titolare di una ditta di consulenze, indicato nelle carte dell'indagine come "collettore delle dazioni illecite". Gallina, che è stato nominato ai vertici di Acqua Novara Vco dal Comune di Novara, è accusato di turbativa d'asta e corruzione: è agli arresti domiciliari. Proprio il fatto che Gallina sia stato nominato dall' amministrazione comunale ha indotto il sindaco Alessandro Canelli a chiederne le dimissioni. "Ho appreso dal presidente di Acqua Novara Vco la notizia del coinvolgimento di Andrea Gallina; rimane il fatto che da quanto ho appreso dalla stampa, vengono ipotizzati reati estremamente gravi. Pur ricordando il principio di presunzione di innocenza mi aspetto la massima collaborazione con gli organi inquirenti da parte dell'azienda e invito Gallina a dimettersi immediatamente, sia per il suo bene che per il bene dell'azienda stessa".

Gli arrestati - Tra gli arrestati c'è anche il consigliere regionale azzurro Fabio Altitonante, sottosegretario all'area Expo della Regione Lombardia, accusato di corruzione.

"Mazzetta di 20mila euro per ottenere il rilascio a costruire" - Secondo quanto emerso nell'inchiesta c'è anche una presunta mazzetta da 20mila euro per "far ottenere il rilascio del permesso a costruire" su un immobile a Milano "sottoposto a vincoli paesaggistici" tra le tante imputazioni della maxi indagine della Dda milanese che ha portato a 43 misure cautelari, tra cui l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per abuso d'ufficio per Franco Zinna, Dirigente della Direzione Urbanistica del Comune di Milano, e per Maria Rosaria Coccia, dipendente comunale. Stando all'ordinanza cautelare, il consigliere regionale Fabio Altitonante, avrebbe ricevuto dall'imprenditore D'Alfonso "quale tramite" di Luigi Patimo (la casa è di proprieta' di sua moglie) 20mila euro "al fine di far ottenere il rilascio del permesso a costruire". Altitonante si sarebbe, poi, attivato con Zinna. 

Fontana sospende sottosegretario Altitonante - "Ho deciso di sospendere immediatamente l'incarico affidato al sottosegretario Altitonante". Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha annunciato in consiglio regionale di aver revocato l'incarico a Fabio Altitonante, finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta per tangenti negli appalti.

Gelmini: "Sospensione temporanea dei dirigenti FI" - "Il coordinamento regionale di Forza Italia Lombardia" ha "disposto la temporanea sospensione" dei dirigenti raggiunti da provvedimenti cautelari per l'inchiesta di Milano. Lo scrive in una nota Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia e coordinatrice regionale azzurra in Lombardia. Il partito ribadisce "la propria linea garantista e la convinzione che i propri dirigenti colpiti da provvedimenti cautelari potranno dimostrare l'estraneità ai fatti che vengono loro contestati".

Salvini: "Brillante operazione" - "Ringrazio sempre le forze dell'ordine quando arrestano corrotti e corruttori". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, definendo il blitz una "brillante operazione".

Conte: "La legge 'Spazzacorrotti' è efficace" - Soddisfatto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che su Facebook ha scritto: "Il governo ha promosso l'adozione della legge 'spazzacorrotti' e le nuove norme si stanno rivelando ben più efficaci rispetto alle norme precedenti. E siate sicuri: se fosse necessario renderemo queste norme ancora più incisive".