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Messina Denaro, arrestati 2 carabinieri talpa: rivelavano notizie sulle indagini

Sono accusati di favoreggiamento alla mafia e accesso abusivo al sistema informatico

Messina Denaro, arrestati 2 carabinieri talpa: rivelavano notizie sulle indagini - foto 1
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Due investigatori dei carabinieri sono stati arrestati perché avrebbero rivelato notizie riservate sulle indagini sul boss latitante Matteo Messina Denaro.

Si tratta del tenente colonnello Marco Zappalà, in servizio alla Dia di Caltanissetta, e di Giuseppe Barcellona, appuntato in forza alla Compagnia di Castelvetrano (Trapani). L'accusa nei loro confronti è di favoreggiamento alla mafia e accesso abusivo al sistema informatico.

Barcellona, ex appartenente al Ros, era in servizio al Norm della Compagnia di Castelvetrano e svolgeva attività di indagine su delega dei pm di Palermo anche sulla cattura di Messina Denaro. In particolare si occupava dell'ascolto delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Accedendo abusivamente al sistema informatico il carabiniere ha fotografato i verbali di trascrizione di una conversazione registrata tra due indagati che parlavano della famiglia mafiosa di Castelvetrano, paese del padrino ricercato, e di un possibile nascondiglio del boss. Da qui l'accusa di accesso abusivo al sistema informatico per l'appuntato.

Ma Barcellona non si sarebbe limitato a questo, e a marzo del 2017 ha girato a Zappalà la foto della conversazione intercettata. Zappalà a sua volta l'ha inviata per email a Vaccarino. L'ex sindaco di Castelvetrano, già condannato per traffico di droga, figura da anni al centro delle vicende relative al latitante trapanese con cui ha intrattenuto una fitta corrispondenza. Appena i magistrati captano l'email ricevuta da Vaccarino, nel frattempo tenuto sotto controllo, scatta l'inchiesta. Barcellona viene inquisito per rivelazione di segreto d'ufficio.

Il giorno dopo aver ricevuto l'email l'ex sindaco, con un passato di confidente degli 007, incontra un mafioso e trafficante di droga ufficialmente titolare di una impresa di pompe funebri, Vincenzo Santangelo, e gli rivela parte del contenuto della conversazione intercettata in cui si fa il suo nome.

Nel dialogo i due indagati intercettati commentano negativamente il fatto che Santangelo non avesse fatto pagare il funerale del pentito Lorenzo Ciamarosa ai familiari. Per Vaccarino scatta l'accusa di favoreggiamento. Non è stato provato, ma i magistrati lo ritengono altamente probabile, che le "talpe" abbiano fatto filtrare anche la parte del dialogo intercettato in cui si parlava del nascondiglio del latitante Messina Denaro.