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Mafia, pubblicata una lettera inedita di Falcone: "Il mio non è abbandono"

Il magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992 non considerò "un abbandono" il suo passaggio dalla Procura di Palermo al ministero di Giustizia a Roma

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Giovanni Falcone non considerò "un abbandono" il suo passaggio dalla Procura di Palermo al ministero di Giustizia a Roma.

Lo dice lo stesso magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992. In una lettera inedita, pubblicata da "L'Ora" di Palermo, Falcone scriveva: "Sono convinto che il mio posto sia a Palermo, ma ci sono momenti in cui occorre fare delle scelte e impiegare tutte le energie possibili per la lotta alla mafia. Il mio non è un abbandono".

Il messaggio di Falcone è contenuto in poche righe in una lettera di risposta al professore Vincenzo Musacchio, un docente di diritto che lo invitava a restare a Palermo. Si tratta forse di una delle ultime lettere del magistrato finito sotto i colpi della mafia.

Falcone aveva ribadito più volte, anche interviste, che la scelta di accettare l'incarico a Roma non era una via per lasciare l'opera intrapresa a Palermo. In queste poche righe, oggi rese note dal giornale siciliano da poco tornato in edicola, mette nero sui bianco quanto pensava. E al giovane docente che lo invitava a restare in Sicilia manda anche un altro messaggio: "Continui a credere nelle giustizia, c'è tanto bisogno di giovani con nobili ideali".