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Parmalat, è morto Calisto Tanzi: l'ex patron aveva 83 anni

Negli anni '60 prese le redini dell’azienda di famiglia, creando un caseificio poi conosciuto in tutto il mondo. Negli anni '80 acquistò il Parma Calcio, portandolo in Serie A

E' morto a 83 anni Calisto Tanzi, imprenditore la cui parabola è iniziata con la crescita della Parmalat ed è terminata con il crac del 2003.

Negli anni '60 prese le redini dell’azienda di famiglia, creando un caseificio che poi si ingrandì fino a diventare la Parmalat. Negli anni '80 acquistò il Parma Calcio, portandolo in Serie A. Da metà dicembre era ricoverato all'ospedale Maggiore di Parma per un'infezione polmonare, non da Covid.

Tanzi è nato a Collecchio, il piccolo paese a due passi da Parma in cui poi ha costruito il suo impero, il 17 novembre 1938. Diplomato in ragioneria, ha interrotto gli studi alla morte del padre per sostituirlo nella direzione di una piccola azienda familiare di salumi e conserve. Cavaliere del lavoro nel 1984 (poi 'declassato' da Napolitano), ha investito nella sua città risorse ingenti per sponsorizzazioni e restauri.

 

Aveva appena 22 anni quando fondò nel 1961 la sua impresa del latte prendendo la vecchia azienda del nonno, a conduzione familiare, e trasformandola in una multinazionale con oltre 130 stabilimenti in tutto il mondo. Tanzi aveva di fatto inventato il latte a lunga conservazione, ma l'ambizione lo portò ad allargarsi dal settore alimentare (non solo latte ma anche conserve, merendine, yogurt) al turismo, alla tv, e perfino al calcio. Negli anni Novanta la Borsa, poi le acquisizioni, il ricorso al mercato dei titoli e infine il crac.

 

Parmalat, secondo la definizione degli inquirenti, è diventata così "la più grande fabbrica di debiti della storia del capitalismo europeo". Tutto comincia negli anni del boom economico da una piccola azienda alle porte di Parma. Dall'Australia al Sudafrica, dal Portogallo alla Colombia, dal Canada alla Romania, l'impero di Tanzi cresce vertiginosamente. Nel 1973 il giro d'affari era pari a 20 miliardi di lire, saliti a ben 550 nel 1983. Legami a doppio filo anche con il mondo della politica e della finanza soprattutto nell'ambiente cattolico.

 

 

Negli anni Novanta arriva la quotazione in Borsa che di fatto nascondeva le prime difficoltà industriali e finanziarie. Ma da qui proseguirono le acquisizioni spericolate con un massiccio ricorso al credito e ai collocamenti obbligazionari che hanno coinvolto, e in molti casi ridotto sul lastrico, migliaia di piccoli risparmiatori. Nella galassia di Calisto Tanzi girano una serie di società, come Parmatour, Parma Calcio, Odeon Tv, e quando mancano i soldi è la cassa di Parmalat a sborsare liquidi.

 

Le difficoltà maggiori per Tanzi cominciano nel 1999 quando acquisisce Eurolat dal gruppo Cirio di Sergio Cragnotti per un prezzo esorbitante, oltre 700 miliardi di lire, per consentire a Cragnotti di rientrare dei debiti con la Banca di Roma di Cesare Geronzi. Uno schema che, secondo gli inquirenti, si ripete anche quando nel 2002 Tanzi decide di comprare le acque minerali da Giuseppe Ciarrapico, anche lui indebitato con Banca di Roma. Si pagano debiti contraendo altri debiti e nel 2003 Tanzi chiama al capezzale di Parmalat Enrico Bondi con lo scopo di risanare il gruppo, ma il super-consulente subito si rende conto che Parmalat non potrà fare fronte al bond di 150 milioni di euro in scadenza di lì a poco.

 

Il 27 dicembre dello stesso anno Tanzi viene arrestato e comincia così, dopo l'avventura economica, anche la vicenda giudiziaria. A dicembre 2010 arriva la condanna per Tanzi a 18 anni di reclusione per un crac da 14 miliardi di euro

 

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