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Papa Francesco: "Gesù fu un profugo, ci ricorda chi fugge da guerre e fame"

Per Bergoglio, i piccoli migranti sono "incolpevoli vittime delle ingiustizie umane, bisogna spalancare i cancelli dei campi profughi"

Papa Francesco:
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Da Papa Francesco è arrivato un invito a riflettere sulle condizioni di migranti, profughi e rifugiati.

"Il piccolo Gesù ci ricorda che la metà dei profughi di oggi, nel mondo, sono bambini, incolpevoli vittime delle ingiustizie umane", ha detto agli organizzatori e agli artisti del Concerto di Natale in Vaticano. Bisogna "spalancare i cancelli dei campi profughi e consentire ai giovani migranti di inserirsi nelle società nuove", ha aggiunto.

"Quando l'ira violenta di Erode si abbatté sul territorio di Betlemme, la Santa Famiglia di Nazareth visse l'angoscia della persecuzione e, guidata da Dio, si rifugiò in Egitto. Il piccolo Gesù ci ricorda così che la metà dei profughi di oggi, nel mondo, sono bambini, incolpevoli vittime delle ingiustizie umane. A questi drammi la Chiesa risponde con tante iniziative di solidarietà e assistenza, di ospitalità e accoglienza", ha proseguito il Pontefice.

"Fare rete in favore migranti, anche con l'educazione" - "C'è bisogno di azioni più organizzate in grado di abbracciare ogni persona, gruppo e comunità, secondo il disegno di fraternità che accomuna tutti. Ecco perché è necessario fare rete", ha sottolineato Bergoglio parlando nella Sala Clementina del concerto del 15 dicembre con finalità benefiche a favore dei piccoli profughi in Iraq e in Uganda.

"Fare rete con l'educazione, prima di tutto per istruire i più piccoli fra i migranti, cioè coloro che invece di sedere fra i banchi di scuola passano le giornate facendo lunghe marce a piedi o su mezzi di fortuna e pericolosi. Anche loro hanno bisogno di una formazione per potere un domani lavorare e partecipare da cittadini consapevoli al bene comune. E nello stesso tempo si tratta di educarci tutti all'accoglienza e alla solidarietà, per evitare che i migranti e i profughi incontrino, sul loro cammino, indifferenza o, peggio, insofferenza".