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Furbetto per protesta: timbra il cartellino e torna a casa, assolto

Ruggero Orlando, dipendente del Museo Concordiense di Portogruaro di Venezia, in primo grado era stato condannato a 7 mesi e 10 giorni di reclusione

Furbetto per protesta: timbra il cartellino e torna a casa, assolto - foto 1
ansa

Timbrava il cartellino in ufficio, usciva e tornava a casa.

Nel pomeriggio rientrava a lavoro e ripeteva lo stesso copione. Sembra la storia di un altro furbetto, per il tribunale di Venezia però la sua non era una truffa, ma uno sciopero. Ruggero Orlando, l'addetto al servizio accoglienza del Museo Concordiense di Portogruaro, aveva deciso di non lavorare più dopo essere stato demansionato dal ruolo di vigilante.

Come racconta il quotidiano  "Il Gazzettino", per 14 giorni tra l'agosto e il novembre 2006, Orlando non aveva lavorato una sola ora. Per i giudici però la truffa non sussite perché il dipendente del museo aveva annunciato con largo anticipo la volontà di agire in questo modo, come forma di protesta. L'uomo avrebbe inviato anche una lettera, protocollata, in cui spiegava le sue ragioni. I suoi superiori avrebbe quindi potuto organizzarsi, considerandolo come in ferie.


La sentenza d'Appello ribalta quella del tribunale di Venezia. In primo grado, infatti, Ruggero Orlando era stato condannato a 7 mesi e 10 giorni di reclusione e al pagamento di 350 euro di multa.