Ponte Morandi, Bagnasco: "Le liti non rallentino la rinascita"
Durante lʼomelia lʼarcivescovo aveva invitato i cittadini e coloro che ancora soffrono per la tragedia a "non aver paura". Un teste: "La causa del crollo potrebbe essere la caduta di una bobina da un tir"
"Deve esserci unità per ricostruire la normalità di Genova a tutti gli effetti: dal lavoro alla viabilità. Le diatribe, che possono essere legittime, non devono in alcun modo rallentare la rinascita della città". Lo ha detto il cardinale e arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco visitando la zona del crollo del ponte Morandi. Durante l'omelia l'arcivescovo aveva invitato i cittadini e coloro che ancora soffrono per la tragedia a "non aver paura".
"Genova ce la farà, si sta muovendo. La coesione per far ripartire la città esiste", ha sottolineato Bagnasco, il quale ha deposto fiori e visitato i tendoni degli sfollati in via Fillak. Quella odierna è la prima visita del cardinale sul luogo del crollo. "E' impressionante, sembrano due braccia che hanno perso il corpo, ma ritornerà tutto ", ha affermato.
L'ipotesi sulla bobina d'acciaio caduta dal tir - Intanto si sta rifacendo strada una "vecchia" ipotesi sulle cause del crollo. "In un primo momento avevo pensato che la causa fosse la corrosione degli stralli. Poi vedendo alcuni video ho iniziato a ipotizzare che a far collassare il viadotto potrebbe essere stata la caduta del rotolo di acciaio trasportato dal camion passato pochi secondi prima", ha osservato Agostino Marioni, ingegnere ex presidente della società Alga che si occupò dei lavori di rinforzo della pila 11 nel '93. Marioni è stato sentito come persona informata dei fatti in procura dal pm Massimo Terrile.
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