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Esami di maturità, nel "diplomificio" di Secondigliano il titolo si prende con 5mila euro

Il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli presenta un esposto: "Il sospetto è che quella scuola elargisca diplomi facili dietro lauto compenso"

Esami di maturità, nel
ansa

All'istituto paritario di Secondigliano ci sono studenti provenienti da tutta Italia giunti per sostenere gli esami di maturità.

Un'anomalia che non è passata inosservata. Il Corriere del Mezzogiorno racconta che la Procura di Napoli sta indagando dopo un esposto presentato dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. "Il sospetto è che quella scuola elargisca diplomi facili dietro lauto compenso: 5000 euro", spiega Borrelli.

Nell'esposto viene spiegato che la presunta organizzazione avrebbe messo a punto una sorta di pacchetto all inclusive per studenti di tutt'Italia. "Da quanto segnalato tra gli altri anche dal criminologo Gennaro Imperatore, ex garante regionale all'Infanzia", si legge nella denuncia, "venivano richiesti 500 euro per ottenere la residenza fittizia", requisito indispensabile per sostenere la prova fuori zona. "Servirebbero inoltre 5000 euro per guadagnarsi un diploma senza particolari patemi per secondaria di primo e secondo grado, più le spese per vitto e alloggio in alberghi". Proprio per questo l'istituto di Secondigliano è già stato ribattezzato "diplomificio". E pare che il caso non sia circoscritto: ci sarebbero anche molte segnalazioni di questo tipo riguardanti altre scuole private di Napoli.

Una questione spinosa che ha portato a diverse tensioni e tafferugli. Quattro giornalisti sono stati aggrediti in situazioni diverse perchè cercavano di documentare questo caso. La Fnsi, il Sindacato regionale e l'Ordine dei giornalisti della Campania "sono al fianco dei giornalisti minacciati ed esprimono preoccupazione per quanto sta accadendo nel territorio dell'area Nord di Napoli dove l'agibilità della professione è messa continuamente a rischio da minacce ed aggressioni. Invitiamo il prefetto a prendere seriamente in considerazione quella che riteniamo una vera e propria emergenza che mette a rischio un diritto fondamentale come la libertà di informare e di essere informati".