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Mps, indagati ex presidente Alessandro Profumo e a.d. Fabrizio Viola

Il fascicolo aperto dopo lʼesposto di uno dei soci. Secondo fonti vicine allʼistituto toscano si tratterebbe di "un atto dovuto"

La Procura di Siena ha aperto un fascicolo e ha indagato, per falso in bilancio e manipolazione di mercato, l'ex presidente di Banca Mps, Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio Viola.

Il fascicolo, però, è già stato inviato ai colleghi di Milano per competenza. La notizia viene confermata da ambienti vicini alla banca che parlano "di un atto dovuto". Il riferimento è all'esposto che uno dei soci avrebbe presentato dopo l'ultima assemblea.

Proprio all'ultima assemblea due azionisti, Giuseppe Bivona e Fabio Emilio Falaschi, avevano chiesto ai soci di promuovere un'azione di responsabilità nei confronti di Profumo e Viola che, secondo loro, dal 2012 quindi da loro arrivo alla guida della banca, sarebbero stati a conoscenza della situazione dei derivati Alexandria e Santorini e quindi avrebbero fornito al mercato una rappresentazione non corretta di tutti i bilanci dal 2011 al 2014. L'assemblea bocciò l'azione di responsabilità con il 99,99% dei voti.

I due azionisti avevano spiegato la loro richiesta ricordando che la Consob, pochi mesi prima (dicembre 2015), aveva imposto a Mps di ricontabilizzare "a saldi chiusi" Alexandria, di fatto affermando che era a tutti gli effetti un derivato, modificando i bilanci di un periodo durante il quale Mps ha fatto due aumenti di capitale da 8 miliardi di euro complessivi. La Consob sarebbe arrivata a questa richiesta dopo le indagini della procura di Milano alla quale, da oltre un anno, erano arrivati da Siena tutti gli atti dell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta e quelli sui derivati.

Sulla base di questo, come confermato nella relazione semestrale del Monte, sarebbero giunte a Rocca Salimbeni già molte richieste danni sugli aumenti di capitale del 2008 (da parte dell'allora socio Coop Centro Italia e dalla sua controllata Coofin srl), del 2011 e del 2014, senza considerare gli investitori e gli altri soggetti che sono pronti a costituirsi parte civile nel processo penale a Milano. Messe insieme le richieste danni ammonterebbero già a circa 283 milioni di euro.

Soddisfatte alcune associazioni, come Adusbef e Federconsumatori che, commentando l'inchiesta senese ricordano che su questi temi erano state presentate "decine di esposti di piccoli azionisti e consumatori". "I pm milanesi, destinatari di esposti analoghi a quelli ricevuti da Siena, hanno ora ancora 18 mesi di tempo per decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio il per Viola e Profumo", ricordano i consumatori che "pur apprezzando l'iniziativa dei magistrati, contestano i ritardi che rischiano di far prescrivere i gravissimi reati, con una giustizia a due velocità, molto dura e rigorosa per i poveri cristi ed i ladri di polli che rubano per fame e necessità, al contrario con i guanti bianchi per banchieri e colletti bianchi".