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Yara, Massimo Bossetti resta in carcereGip: "Fatto connotato da efferata violenza"

Il fermo non convalidato per lʼassenza del pericolo di fuga, ma "cʼè il rischio di reiterazione del delitto". Dopo i controlli, la casa dellʼuomo posta sotto sequestro. La madre del muratore pronta raccontare la sua verità

massimo bossetti yara
ansa

Il giudice per le indagini preliminari di Bergamo ha deciso che Massimo Bossetti, il presunto omicida di Yara Gambirasio, deve rimanere in carcere. Il gip, tuttavia, non ha convalidato il fermo "poiché dagli atti non si evince alcun elemento concreto e specifico dal quale desumere il pericolo di fuga". Bossetti non può però tornare in libertà per "pericolo di reiterazione" e per la "gravità intrinseca del fatto, connotato da efferata violenza".

Yara, Massimo Bossetti resta in carcereGip: "Fatto connotato da efferata violenza"

Nell'ordinanza il gip ha spiegato che Bossetti è "soggetto regolarmente residente in Italia ove vive in suo nucleo familiare e i suoi figli minori e dove svolge attività lavorativa", che "non si è allontanato dopo l'omicidio ed è rimasto in loco durante tutte le indagini e nonostante le risonanze mediatiche delle stesse, tanto che i militari che hanno eseguito il fermo lo hanno trovato presso il luogo di lavoro".

Il giudice ha poi sottolineato che Bossetti "non si è allontanato neanche dopo che la madre, nel luglio 2010, si è sottoposta al prelievo per l'esame del Dna e da ultimo dopo che i militari lo hanno sottoposto al controllo tramite alcol test per effettuare il prelievo genetico che è stato utilizzato per la comparazione, con esito positivo, con la traccia biologica trovata sul corpo della vittima". Presa in esame anche "la personalità del Bossetti, dimostratosi capace di azioni di tale ferocia, posta in essere nei confronti di una giovane ed inerme adolescente abbandonata in un campo incolto dove per le ferite ed ipotermia ha trovato la morte".

Sigilli alla casa del muratore -
L'abitazione di Bossetti, intanto, è stata messa sotto sequestro. Dopo quasi due ore di sopralluogo, carabinieri e polizia sono usciti dalla villa di Mapello, portando via due grandi sacchetti. Nel corso degli accertamenti, gli agenti sono entrati anche nel vecchio deposito di proprietà dei Bossetti, che dista pochi passi dalla loro villetta. Una rimessa diroccata, mattoni a vista, senza finestre e con una piccola porta di legno pericolante come ingresso. "Di solito in quel magazzino ci entra solo Agostino", sostiene una conoscente della famiglia, dicendo di vedere spesso il cognato di Massimo Giuseppe passare di qui "a lasciare la legna".